Storia di Milano di Pietro Verri

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      in que' tempi; ma i lio cercato in vano. Le fiso-nomie degli uomini che ebbero parte negli affari pubblici, mi si presentarono tutte bieche ed odiose. La fede e la probità erano celate allora nell'oscurità di qualche famiglia e nel magazzino de' negozianti. La virtù nasconde e copre la sua esistenza nell'asilo della privata fortuna per essere sicura contro i colpi del vizio, quand'egli è armato e trionfante come in que' tempi. Non può incolparsi a malignità di ni esser Niccolò Machiavello s'egli ha dato per norma ai principi una pessima morale. Egli era un pittore che fedelmente ci rnppesentava gli oggetti quali erano allora: la colpa sua e quella di non aver osato di esaminare la fallacia della politica che generalmente si praticava; io ne do la colpa alla mente, piuttosto che al cuore di quell'autore. Per vedere anche in piccolo la fede di que' tempi, aggiungo un fatto solo. Già dissi che il Duca l'anno i4*9 aveva comprato da Gabrino Fondulo la città di Cremona collo sborso di trentacinque mila ducati. Gabrino si era però riservato perse Castelleone, luogo forte del Cremonese, ove tranquillamente da sei anni dimorava. Volle il Duca possedere anche quella fortezza, la quale difficilmente avrebbe superata colle armi. Fu scelto Oldrado Lampugna-110, amico di Gabrino, per tradirlo; e vi si prestò benissimo Oldrado. Si portò egli sul Cremonese con alcuni armati, mostrando commissione di visitare le terre del Duca; e fatto posa avanti Castelleone, spedì un uomo entro della fortezza, chiedendo un maniscalco per ferrare un cavallo, e frattanto lo incaricò di salutare il suo amico Gabrino, e dirgli che verrebbe ad abbracciarlo, se la fretta di proseguire il cammino non glielo vietasse. Gabrino Fondulo disarmato e senza al-


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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