Storia di Milano di Pietro Verri

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      umilmente d'esser ascoltato} ma gli venne risposto che esponesse le sue occorrenze a Zanino Riccio. Il Carmagnola alzò la voce colla speranza di essere inteso dal Duca, e protestò che quel principe era attorniato da traditori e malvagi corti-» giani. Le guardie avevano militalo sotto di lui; sebbene animate ad arrestarlo, non l'osarono. Il Conte allora rimontato sopra il veloce destriero, su cui erasi ivi improvvisamente portatoy Forse si pentirà, disse, in breve il Duca di non avermi ascoltato; e spronò il cavallo e disparve da un luogo dove non era stato senza pericolo; quindi per vie sicure se ne andò a Venezia, ove offrì i suoi servigj a quella Repubblica, da cui vennero accettati con somma onorificenza.
      Le avventure del conte Carmagnola sono interessanti. Il momento in cui sconsigliatamente volle il Duca disgustare quel benemerito generale, fu quello in cui la fortuna dello Stato si cambiò\ e laddove sino a quell'ora sempre la vittoria, le conquiste o le dedizioni avevano contrassegnati gli anni del suo regno , da quel punto cominciò a contrassegnarli colle inquietudini, colle sconfitte ; colle umiliazioni e colle perdite. Appena era partito il Conte, che il Duca stese la mano con-fiscatrice su tutt'i poderi suoi; e si riprese tutt'i doni che gli aveva fatti. Tese varie insidie per averlo prigione 3 ma non gli riuscirono. Tentò il veleno 5 e certo Giovanni Liprandi milanese, che aveva per moglie una Visconti, provossi a Treviso di avvelenare il Conte} il che verificato perdè poi la testa a Venezia. A tali infami azioni s ab-bassava il Duca per consiglio di Zanino Riccio, e d' altri vigliacchi ed astrologi pari a lui, mentre in vece con qualche onesto partito nulla sarebbe riuscito più facile che l'accomodarsi col


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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