Storia di Milano di Pietro Verri
CAPO DUODECCIittO 4ylprove, le troverebbe presso il conte Giulini (i;. Il carico poi sulle merci si andava proporzionatamente accrescendo; mentre laddove questo era tassato, nel principio del secolo xm , in proporzione del valore a poco più dell' uno per cento, come si vede nella tariffa annessa agli Statuti compilati nel 1216; nell'anno poi 1333 il carico era asceso a un soldo per ogni lira di valore, il che monta al cinque per cento, come leggesi nel codice ms. del, nominato sig. marchese Corrado presidente onoratissimo del Senato. Da un verisimile calcolo preso in massa oggidì questo tributo corrisponde circa al sei per cento del valore. Oltre questi carichi, vi era la tassa de' cavalli, imposta verisimilmente l'anno i3i5, per mantenere le paghe della cavalleria. V' erano le condanne pecuniarie dei delitti, emanazione ancora vigente delle leggi longobarde. Vi erano altre antiche gabelle sulle case, su i forni, sopra i mulini, i macelli, i contratti, le misure, i pesi, ed altre, delle quali ho fatto menzione al capo Vili.
La grandezza dell'arcivescovo e del clero milanese scomparve colla soggezione di Roma e col-l'erezione del principato. Non vi è memoria che dopo la metà del secolo xn siansi mai più chiamati i nostri Ordinarj Sanctae Mediolancnsis Ec-clesiae Cardinales, come facevano per lo passato. Essi però sino dal secolo xm portavano la porpora; e questa distinzione, che tuttavia conservano , è antica per lo meno cinque secoli. In que' tempi però assai liberamente vestivansi gli ecclesiastici , ed eran ben lontani da quella edificante uniformità e modestia che ora li distingue. Manfredo Occhibianchi, canonico di Sant'Amhro-
(1) Tomo XI ; pag. 118 e 55y.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824
pagine 585 |
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Pagina (441/609)
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