Storia di Milano di Pietro Verri

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      282 STORIA. DI MILANOcheggiò il pretorio, e fu deposto il podestà dopo avere corso grave pericolo della vita. Dei due uccisi un solo ottenne la venerazione di santo, cioè S. Pietro Martire, canonizzato tredici mesi dopo la sua morte dal sommo pontefice Innocenzo IV. Alcuni anni dopo accadde un fatto simile nella Valtellina, quando l'anno 1277 frate Pagano da Lecco Domenicano vi si portò con fra Cristoforo e due notai affine di processarvi l'ortodossia; e Corrado da Venosta, signore consideratissimo in quel distretto, lo fece uccidere il giorno 26 dicembre 1277. I Domenicani ne conservano le reliquie in Como, e lo chiamano Beato.
      Dello spirito di questi tempi ce ne somministra idea il famoso affare della Gullielmina. Questa donna, nata in Boemia, viveva in Milano, dove inori nel 1281. Gullielmina fu tumulata pomposamente a Chiaravalle; le fu recitato il panegirico come beata. Lampadi e cerei furonle accesi intorno il sepolcro, che diventava ogni dì più celebre per la guarigione degl'infermi* contribuendo a tale celebrità certa Mainfreda e certo Andrea sacerdote, che erano stati discepoli ed ammiratori della Gullielmina. L'Inquisizione volle istituire processo intorno a ciò, e la conseguenza di tal processo fu, che Gullielmina fu cavata dal sepolcro e le di lei ossa bruciate, e la Mainfreda fu gettata viva nelle fiamme, e vivo parimenti fu bruciato il prete Andrea. Il popolo credette tutto nascere da prostituzione esercitata sotto velo di religione nelle adunanze della Gullielmina • e tuttora tal tradizione volgarmente vien ripetuta. Il Muratori da un manoscritto antico, che si trova nella Biblioteca Ambrosiana, ha scoperto le accuse che si fecero a quegl'infelici (1). Gullielmina pretendeva d' essere
      (1) Med. Aev. toni. V, pag. gì e seg.


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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