Storia di Milano di Pietro Verri
CAPO SETTIMO 22^in Milano, ma ne' suddetti luoghi; e questo si è che nessun contratto, nessuna carta scritta in quello spazio di cinque anni porta la data di Milano; ma i nostri archivj conservano i contratti di quel-l'epoca, i quali portano: In burgo de Velanti-wo, ovvero In burgo Noceti, che anche chiama-vasi Burgo Porte Romane de Noxeda (i),- e le
monache de' monasterj di Milano facevano i loro contratti in questi borghi, ne' quali si erano ricoverate; come accadde all'Abadessa del monastero di Orona, di cui vi è un livello fatto nel 1163 ante portam Sancti Georgii de Noxeda (2). Da lutto ciò, senza alcun dubbio, si conosce che non le sole fortificazioni di Milano furono demolite, ma realmente fu rovinata la città, la quale per cinque anni rimase un acervo di rottami disabitati; mentre i cittadini vennero separatamente collocati nei quattro nominati luoghi, ehe ora sono povere terre suburbane, capaci appena di ricoverare alcuni contadini.
I nemici o si disarmano co' beneficj, o si spengono, come insegnò il Secretano Fiorentino; i partiti mediocri guastano l'impresa, I Goti considerando gl'Insubri come nemici, affezionati all'Impero, per non trovarsi assaliti dagl'Imperiali con averci alle spalle, e per conservarsi la comunicazione co' Borgognoni, ossia Svizzeri loro alleati, sotto Vitige, spedirono Uraja, il quale alla testa d'un' armata passò a fil di spada i nostri maggiori, e lasciò il paese deserto per cinque secoli, siccome si è veduto. La condotta dell'imperatore Federico è stata men crudele, ma non più eroica nè più saggia. Egli voleva che non vi fosse più Mi-
(1) Vicende di Milano con Federico I, pag. 100, io4 e 106.
(2) Il conte Giulini, tomo YI, pag. 517.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824
pagine 585 |
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Pagina (245/609)
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