Storia di Milano di Pietro Verri

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      CAPO SETTIMO 2l3
      saccheggio , e le persone alla schiavitù. Ognuno sente qual grado di nobile eroismo vi sia in tale sentenza, e s'ella rassomigli più ai fasti dei Sci-pioni , ovvero a quei di Attila, La data di tale sentenza è 16 aprile iiSp. Dopo un tal fatto non i,59 vi era più altro partito che tentare nuovamente la sorte delle armi. Il castello di Trezzo era presidiato dagl'Imperiali, i quali devastavano le campagne all'intorno. I nostri prontamente ne fecero l'assalto, e condussero a Milano il comandante e la guarnigione. L'Imperatore aveva fatto un errore allontanando la sua armata da Milano nel tempo in cui, violando la convenzione, voleva renderla perfettamente suddita. Ora si accostò 3 e considerando Crema la amica alleata de' Milanesi) cominciò dal porvi l'assedio. Sono concordi gli scrittori italiani e tedeschi nel fatto della torre, e fu. L'Imperatore aveva fatta fabbricare una torre di travi posta sulle ruote, e la faceva spignere verso le mura di Crema da un lato in cui erano giunti gli assedianti a riempiere la fossa colla terra. Se riusciva di accostare tali ordigni alle mura, si combatteva a condizioni pari dalla torre al baloardo* I Cremaschi scagliavano colle loro macchine vigorosamente grossi macigni contro di quella tor* re, che innoltrando correva pericolo di essere rovinata. L'espediente che prese Federico, fu di far legare alcuni prigionieri cremaschi e milanesi fra i più distinti, e con essi coprendo il lato della torre che si presentava alla città assediata, farla così spingere da' suoi verso quelle mura. Così furono ridotti i Cremaschi alla scelta o di essere crudelmente i carnefici dei loro concittadini, dei loro parenti ed amici; ovvero di sacrificare la patria loro. Difesero la patria, e lasciarono all'Imperatore la macchia d'una inutile atrocità. Nè que-


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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