Storia di Milano di Pietro Verri
capo sesto 167
e che le sole fra gli Ottoni e Federico , che. si conoscono finora, sono dei re Enrici e degli imperatori Enrici; onde la Repubblica si considerò sempre sotto la protezione imperiale. Pochi anni dopo sappiamo che il numero de' consoli era diciotto, e talvolta anche maggiore. Sembra che questi consoli formassero il minore consiglio sempre adunato e sempre attivo per reggere la città, e che negli affari di maggiore importanza questi consoli intimassero una generale adunanza del popolo. Nel ii3o i consoli erano venti, ed erano stati eletti dalle tre classi di cittadini, cioè dai Capitani, i quali erano i nobili del primo ordine, dai Valvassori^ che erano nobili bensì, ma di minore autorità, e dai Cittadini, che erano come il terzo ordine. U numero de' consoli cittadini era minore di quello di ciascuna delle altre due classi5 onde l'autorità realmente era presso ì nobili (1), non rimanendo ai cittadini poco più che l'apparenza, come in Roma ne* comizi centuriati. La Repubblica di Milano però era ben piccola allora, poiché la giurisdizione di lei si limitava a poco più della mera città 5 e la campagna che le stava intorno, formava diversi altri piccoli Stati indipendenti da lei; e così v'erano i conti del Seprio, i conti della Martesana, e altri distretti che avevano un governo parziale e i loro consoli (2) y di che rimasero sino al 1781 le vestigia nelle diverse misure che furono in uso in Monza, Lecco ed altri borghi del ducato, abolite or ora. Questo è tutto quello che sappiamo intorno la costituzione civile di Milano verso il principio del secolo xu. L' autorità suprema si riconosceva presso
(1) H conte Giulini, tomo V, pag. 260
(2) Detto, tomo Y, pag. 485.
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824
pagine 585 |
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Pagina (185/609)
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