Storia di Milano di Pietro Verri

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      CAPO QUINTO I2Qprima del tempo in cui egli scriveva quelle parole; meno poi che allegasse l'autorità di quella celebre unione di trecento diciotto vescovi sopra un argomento di cui il concilio non avesse trattato. Il testo del santo Padre allora era diverso da quello d'oggidì; quale sia la genuina lezione, a me non appartiene il deciderlo (i). I nostri ec-
      (i) 31ollissinie variazioni sono slate fatte agli scritti di Sau-t'A mbrogio. Il canonico Regolare Giovanni Coster nella prefazione alle opere del santo Dottore.) stampale in Basilea nel 1555, cosi s'esprime a tal proposilo: Cum ego igitur ante biennium D. Ambrosii episioìas a/itit/uis et elegantioribus characteribus consci iptas . . . nactus essem ; cocpissemque meo more cum cxcusis libris ecis conferve y mirimi dictu quantum lue erat dissidiiy quantum varietatiSj ut statini non potuerim non de-stomachari in eos, qui editis libris, speciosis quidem sed ina-nibus et mendacibus titulis, omnia castigatissima . . . polli-ceiitur. Francesco Junio nella prefazione nWIndcx expurgat. riferisce che visitando in Lione Luigi Saurio, correggeva le ed izioni della stamperia Fresloniana, gli mostrò il Saurio le interpolazioni ed i troncamenti fatti al testo di Sant'Ambrogio da due frati. 11 Rivet pure racconta lo stesso: Critic. Sacr. ]ib. HI^ cap. 6. Il Dableo nel suo libro: De Vusage des Saints Pères; move le stesse querele. Vero è che i Maurini nella edizione di Parigi del 16S6 confutano queste opinioni: ma è altresì vero che nelF edizione delle opere di Sant'Ambrogio fatta in Roma nel i5So da Domenico Basa, il cardinale di Montalto (che divenne poi Sisto Y) nella prefazione dichiara d'avere associati al lavoro praecìaros Doctoresy viros doctrina et pie-tate graves y ac ìingnarum intelligentia y et historiarum cogni-tione insignesy praeterea in scholastica Theoìogia et Patrum lectione admodum versatos delegiy miìiique laboris socios ad-scivi .... quorum ope atque adtniniculo obscura explicui-mus; manca supplevimus? adjecta rejecimus, transposita re-posuimus y depravata emendavimusy omnia deinum ut germa-nam Ambrosii phrasim redolerenty ejusque dignitati atque gravitati responderent seduìo curavimus7 et ut ipsemet auctor loqui videretur: supposititiis quibiiscumque abscissis prò vi-ribus studuimus. Attenendoci per altro anche all'edizione de' Maurini, sembra che in alcuni tratti Sant'Ambrogio vada d'accordo co' lesti che si citavano da' nostri sacerdoti. Nel primo libro di Abramo? cap. Ili, num. XIX, leggesi: Ab ipso quoque domino mercedem quam postulet considerernus. Non di-
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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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