Storia di Milano di Pietro Verri

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      122 storia di milanoanniversario obitus eorum Falkerodi Monaci et Johanni Presbitero prò animarum eorum remedio quo ipsis proficiat ad gaudium et anime salutali (1). Si credeva da molti che giovasse al riposo delle anime dei defunti l'accendere sulle tombe loro delle lampadi: Ut ipsa luminaria lu-ceant prò anima ipsius (2). Altre donazioni ri-trovansi colla condizione: Et faciat ardere in quadragesima majore super sepulturam ipsius quondam Andrene genitoris (3). Di varie superstizioni di que7 tempi ne tratta la dissertazione del* l'illustre Muratori, alla quale si può ricorrere per una più vasta erudizione (4).
      Non v'è ai nostri giorni alcun giudice, per corrotto e meschino eli' egli si sia, che sfrontatamente ardisca di raccontare di avere venduta la sentenza. Allora l'imperatore Ottone III non ebbe difficoltà in un diploma del 1001 di asserire d'aver ricevuto dal vescovo di Tortona la metà dei beni disputati: Propter rectum judicium quod fecimus inter eum et Ricardum ejc jam praenominatis rebus (5). Facile è quindi il conoscere in quale stato fossero allora le leggi, la disciplina7 le scienze. I vescovi erano soldati, e vivevano più nelle armate che nella chiesa. Così facevano gli abati (6). L'uso di decidere le quistioni col preteso giudizio di Dio nel duello, sempre più rendevasi comune. I beni ecclesiastici si dilapidavano dagli stessi prelati; e così fece Landolfo arcivescovo, il quale Ecclesiae facultates et multa clericorum distribuit militibus beneficia (7); e più distintamente lo spiega l'altro storico nostro contempo-
      (1) Il conte Giulini, tomo III, pag. 83. (2) Detto, tomo III, pag. 377 e 4^5. (3) Detto, tomo IV, pag. 271. (4) Med. Acv. tomo V, dissert. L1X. (5) Aut. Med. Aev. tomo IV, pag. 197. (0) II conte Gìulini tomo II, pag. 387. (7) ArnuJph. cap. 10.


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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