Storia di Milano di Pietro Verri

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      storia di Milano che affatto erano ignote le lettere* e (li que' tempi nemmeno abbiamo veruno scrittore milanese che stendesse le memorie degli avvedimenti della città , siccome cominciarono poi a fare nel secolo unde-cimo Arnolfo e Landolfo il vecchio. Un'altra ragione poi mi persuade che anche ne' secoli bassi in Milano e nella Lombardia si parlasse a un dipresso il diaftfito che il popolo tuttavia conserva • e ciò perchè le vocali u ed cu pronunziate col-1' accento francese; e così altre desinenze della lingua francese, non mi sembrano innesti fatti colla dominazione de1 Franchi, ma una emanazione dell'antica lingua Gallica originale ; siccome disopra accennai. Gli Spagnuoli ne' due ultimi secoli dominarono il Milane.se, e appena tre o quattro parole spagnuole ci sono restate, iiifado 9 amparo, giunta, de sdita, e poco più. I Longobardi regnarono ben più lungo tempo che i Franchi, e poche voci abbiamo che traggono la sua origine dal tedesco. Questa generale pronunzia francese più che italiana adunque è una tradizione da padre in figlio, che ascende sino all'antica venuta de' Galli, e per conseguenza non interrotta. In queste materie la dimostrazione non può sperarsi* le sole probabilità ci determinano, ed esse mi sembrano favorevoli a questa opinione. Un contadino del Milanese potrà in breve tempo intendersela con un contadino Provenzale3 e più difficilmente s'intenderanno fra di loro due contadini uno Milanese e uno Calabrese; tanto il nostro dialetto appartiene più alla lingua di Francia che all'italiana!
      L'architettura, il disegno, la pittura non erano però avvilite al segno al quale erano le lettere. Oltre l'atrio della chiesa di Sant'Ambrogio, ci rimangono di que' tempi l'altare della chiesa istessa, i bassi rilievi del palio d'oro, il musaico del coro


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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