Storia di Milano di Pietro Verri

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      CAPO PRIMO 27
      mandando che qualunque ordine severo gli accadesse in avvenire di proferire, i ministri dovessero per trenta giorni sospenderne la esecuzione. Io non loderò questa legge. L1 uomo destinato a comandare agli uomini suoi fratelli, non deve loro manifestare il timore ch'egli ha d'essere ingiusto e violento. Questo è un colpo all'opinione, su di cui si appoggia il governo: s'ei non era padrone di se stesso, da uomo virtuoso doveva giudicarsi incapace di reggere gli altri, e dimettere la porpora. Dirò bensì che ogni volta che i ministri della religione hanno alzata la loro voce coraggiosa contro i pubblici delitti, l'umanità intera ha tributato ad essi l'ammirazione; e forse questo fatto solo sarebbe stato bastante a ottenerla al santo Vescovo. L'ebbe in fatti a tal segno, che da lui prese la Chiesa milanese il nome, il rito e la dignità.
      La liturgia ambrosiana che anche oggidì si conserva, sebbene abbia sofferte molte variazioni co,' secoli, essa però si è preservata attraverso i replicati sforzi che si tentarono per abolirla. Io non deciderò quale sia la migliore costituzione ecclesiastica, se la repubblicana, ovvero la monarchica; nè mi propongo di trattare di cose sacre. So che col cambiare de' secoli le circostanze si cambiano; che una forma di civile governo ottima in una combinazione di cose, può diventare pessima cambiandosi quella; che la Chiesa essendo una società combinata per il bene spirituale degli uomini, prudentemente cambierà la costituzione propria, qualora per quello ottenere, i civili cambiamenti lo consiglino; e così, senza ch'io intenda di preferire l'antico sistema all'attuale, unicamente come storico osserverò che l'autorità del metropolitano era assai vasta e quasi indipendente da Roma


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Storia di Milano
Tomo Primo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1824 pagine 585

   

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