I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      — Non foler rinfenire, perpaeco ! Esser prima folta che fenirtonila e sfenire nello stanzino. Gran furpo, gran cacciatore di pelle
      tojnie, ton Luici !
      Il eonte balzò in piedi, piantando gli occhi fiammeggianti sulviso del portinaio.
      — Che hai detto, mascalzone?
      — Essere fostra sorella., fostra parente, forse? rispose spaurito il grigione; fare mie scuse a fostra signoria, ma qui fenir sempretonne....
      E. atteggiò le labbra" a uno sberleffo significativo. % II Fabiani chinò il capo, confuso dal naturale buon senso chetrapelava dalla risposta.
      In casa di don Luigi non bazzicavano che perdute; il portinaio erasi da lunga pezza assuefatto a misurarle tutte colla stessa spanna ; e, per certe visite, fatte a eerte ore, aveva la sua regola determinata e invariabile; perchè dunque sua moglie doveva esserne un'eccezione?
      II rumore di una carrozza, che sostò davanti ai portone, lo distolse per pochi istanti da un pensiero terribile, che, invadendogli lentamente lo spirito, prevaleva sugli altri, rapidi, incoerenti, disordinati.
      Giuseppe entrò ansando nello stanzino.
      — La vettura è qui, signor conte. Poi, accostandosi a Clementina:
      — Oh, mio Dio ! ancora svenuta 1
      «
      — Non è nulla, disse il eonte, entrando un po' bruscamente fra Clementina e il famiglio; vedi, si muove,... comincia a riaversi. Su, presto..... apri Io sportello della vettura....
      Giuseppe si avviò di corsa. II Fabiani rassettò lo sciallo sulle spalle della consorte, ne raccolse al basso della caviglia le gonne, e allo svizzero, che, posato il catino, si muoveva per dargli mano,:
      — Non toccarla, miserabile! gridò; e levatala di peso sulle suebraccia, uscì nella via e P adagiò in fondo aV fiacre, sedendolesi di
      *
      fianco per sorreggerla nel tragitto.
      Giuseppe rabbattè lo sportello, e salì in serpe col vetturino. Ili quarto d'ora dopo, la contessa, non per anco riavutasi dallo stordimento , prodottole dalle potenti e dolorose emozioni di quella sera, giaceva riversa sur un seggiolone della sua alcova, di cui Carlotta, la cameriera, avea calato le cortine, adoperandosi eon affettuosa sollecitudine a svestire la sua padrona.
      < Mist. Yol. 1. 27


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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