I misteri di Milano di Alessandro Sauli

Pagina (327/568)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      —( 283 )—
      Pietro si lasciò trascinare nella camera del inoliente.
      Quando ne uscì, avea gli occhi pieni di lacrime. Entrò dalla moglie e le disse :
      — È morto! Dio ne voglia perdonare, a voi d'averlo amato, a
      /
      me d' averlo ucciso.
      Ciò che fece dappoi il lettore lo sa, nò qui giova ripeterlo. Era impossibile che la fiducia, non che l'amore, rinascesse in que' cuori che la morte d' un uomo avea diviso per sempre.
      Quando si separarono, nel restituirle la piccina che copriva di baci, Pietro le disse :
      J N t
      —. Forse è l'ultima volta che ci vediamo.... Ricordatevi che siete sua madre....
      La Celeste rispose singhiozzando.
      Ma le parole di Pietro dovevano essere dimenticate. La Barinetti, padrona di sè stessa, si dette nuovamente in preda a5 disordini della sua giovinezza. La contessa Fabiani n'ebbe sentore, e licenziatala dal suo servizio, ottenne legalmente di potersi assumere l'educazione della figliuola.
      Morta la contessa, dietro raccomandazione di Roberto Fabiani, Maria passò ai servizio di Clementina.
      Furono gli anni più belli dell' orfanella.
      Seguito il matrimonio della Barni col giovine conte, ella rientrò cogli sposi nel palazzo Fabiani, dove tutto le parlava della sua infanzia e de'primi anni della sua giovinezza.
      Tre anni dopo la marchesa Ortensia, di ritorno dalle pazze escursioni che abbiamo narrato, scrisse una lunga lettera a suo nipote , in cui gli esprimeva un vivissimo desiderio di seco rappattumarsi.
      Ora, benché Maria non facesse motto a Francesco nò della lei- » tera, nò della pace seguita fra la zia ed il nipote, ignorando persino che fosse esistita ruggine fra la marchesa e il Fabiani, crediamo necessario riferirne i brani più rilevanti onde spiegare in qualche modo le cause di quest'apparente riconciliazione.
      « Molti anni sono trascorsi da quella sera — scriveva Ortensia al nipote — eppure essa è tutt'ora presente alla mia' memoria, ed io vi veggo sempre davanti a me, pallido, ansante, coli'ira negli occhi e la disperazione nel cuore. Cercai di stordirmi, di non pensare, ma inutilmente: quella parola umiliante, e l'accento di mortale sarcasmo con cui fu proferita, mi seguivano dappertutto come una maledizione.
      « Oh! io fui colpevole.... molto colpevole, lo confesso,ma l'espiazione fu lunga, dolorosa, terribile,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

Pagina (327/568)






Pietro Celeste Pietro Barinetti Fabiani Roberto Fabiani Maria Clementina Barni Fabiani Ortensia Maria Francesco Fabiani Ortensia