I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      x non sapete tener la giusta misura nell' obbedire. Se non si serbanole necessarie proporzioni fra la colpa e il castigo, i bambini acqui-
      é»
      stano idee storte, che si sviluppano col crescere, influendo sul carattere e su\ sentiménti.
      Quindi aggiunse con aria d' indescrivibile bonarietà;
      — Via, pensiamo di riparare al mal fatto": finché la pianticella è tenera non è difficile raddrizzarla. Vedete che occhiate torve vi lancia Eugenia.... Diamole una piccola soddisfazione.... Non bisogna dimenticarsi che mia nipote è una gran dama, e qual immensa distanza cicorre tra la padrona e la cameriera. Dico bene, don Celestino?
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      II degno prete crollò il capo come per dire : — Ma se la è unportento di saggezza e di raziocinio ! La marchesa continuò:
      — Sicché, madamigella, sembra che non vogliate comprendermi. Eppure non è la prima volta che vi fo grazia di lasciarvi assistere alle mie lezióni di morale.... una morale in azione, e che mi sforzo d'imprimere per via d'esempi nella mente ancor tenera di mia nipote. Le parole sono parole, ma i fatti non si dimenticano. — Ànimo, non fate smorfie, e avvicinatevi.
      La cameriera venne a collocarsi fra don Celestino e la poltrona della marchesa.
      — Perchè state ritta?... Come volete che mia nipote vi abbracci?... Mettetevi ginocchioni.... così. Piegate un po' la testa in avanti....
      - E siccome Maria rimanevasene a. capo alto coli' attonitaggine di chi ode senza comprendere, quella vecchia infernale, sfiorando colla sua mano diacciata il bel volto della cameriera, prese e attortigliò fra le sue dita una ciocchetta di capelli biondi, sfuggita di sotto al pettine della giovinetta : quindi, traendola a sé col più affettuoso sorriso :
      — Ma vieni qui.... Sii un po' compiacente una volta.
      Maria mise un sordo gemito, e chinò il capo all'altezza della bambina. La pezzuola le si sciolse sul petto, e don Celestino vi saettò uno sguardo rapido di sotto agli occhiali d' oro.
      — Non si direbbe che la si tormenta? disse la marchesa.
      — Ma 1 fé' il confessore..
      — Ora, stammi attenta, Eugeniuccia mia....
      . La piccina non le badava: guardava l'umile atteggiamento della cameriera con un sorriso, misto di compiacenza e di scherno.
      — Parlo con lei, signora baronessa.
      L' apostrofe fu accompagnata da una crollattina che lasciò il cerchio rosso sul braccio della fanciulla.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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Eugenia Celestino Celestino Maria Celestino Eugeniuccia