I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      — Nulla j illustrissima.
      — lìene. Ora pensiamo a premunirci contro le sorprese. Moro e un buon cane di guardia neh, Bernardo ?
      — Se lo è !...
      — Dunque nessuna paura. Io credo che il cavaliere ci penserà due volte prima di tentare una scalata notturna....
      — A ogni modo converrà che ci badi lui a3 polpacci delle sue gambe.
      — Sono le dieci.... non mi occorre altro — andate a riposarvi , Bernardo.
      Uscito il fattore, la marchesa riaprì lo scrignetto e ne trasse la lettera suggellata di verde. La più viva emozione loggevasi ne* tratti del suo volto e nel muoversi irrequieto della persona. Il suo occhio posa-vasi con isgomento sulla sopraccarta della lettera, su cui stava scritto un nome che non era il suo — quello di suo nipote. Era passata una settimana da che il fattore, attenendosi scrupolosamente agli ordini ricevuti, le avea consegnato quella lettera, insieme a parecchie altre, provenienti dalla Toscana: era V ultima che la contessa scriveva a suo figlio: Ortensia l'avea riposta senza leggerla nel forzieretto, quasi temesse d' apprenderne il contenuto. Essa non ignorava lo stato di salute della contessa; una lettera, anteriore a questa di poco tratto, indirizzata a Roberto da un amico intimo di casa Fabiani, le avea somministrato i più minuti ragguagli sul progrediente sviluppo della malattia. Ma perchè non farne parola a Roberto?... e come poteva ella giustificar con sè stessa l'egoismo del suo procedere?... Così giovane, così bella e così perversa !
      Ma credete che le anime della tempra di quella della marchesa discutano sulla maggiore o minore onestà de' mezzi, che adoperano al conseguimento dello scopo che si sono prefisse ?
      Ortensia amava Roberto — l'amava come ella sola sapeva, poteva e voleva amare; lo che equivale ad una passione senza limiti, che sormonta gli ostacoli, che sfida il pregiudizio, che calpesta le convenienze; una di quelle passioni cieche, esclusive, febbrili, vertiginose, che nascono con tutti i sintomi della follia e muoiono con tutti i caratteri dell'ebetismo.
      — Essa lo ama, avea risposto la contessa all'amico, che, per rassicurarla, le prometteva il prossimo ritorno di suo figlio. Poi avea soggiunto: Io morirò senza rivederlo.
      Fosse presentimento, o profonda conoscenza del cuore > quella
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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