I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      Pucini ebbe appena la forza di alzarsi, di tendere la mano ali amico di Rollerto e di balbettare :
      — Siamo intesi.... farò ciò che vorrete.... era un puntiglio,... ma, dopo tutto.... sono ragionevole....
      — Alla buon'ora! siamo dunque d'accordo....
      — Perfettamente.... Badate però che il signor.... il mio padrino....
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      — Non temete; gli ho parlato, ed è anch'esso del mio parere.
      — Avete adoperato gli stessi mezzi di.persuasione?
      — No, signore; egli capi, a prima giunta, ciò che v'era di leale e di onesto nella mia condotta. — Patto fatto dunque, barone. Badate però che la seconda condizione resta sempre ferma fra noi.
      — Non dubitate.
      Ciò detto si salutarono, stringendosi la mano, come due amici di vecchia data. Non che si amassero o si apprezzassero più di prima, ma il barone aveva paura, e l'amico di Roberto sapeva abbastanza quanta forza avesse sul Pucini questa paura, per non esser lieto del risultato ottenuto. . - >
      Com'era da supporsi, la voce dei doppio duello seguito la mattina e là fuga del Fabiani in Piemonte, diffusero la sera stessa colla rapidità delle cattive notizie. I curiosi, gli amici, le persone sensibili, o quelle altre, più numerose, che vanno eternamente gironi in busca di scandali e di pettegolezzi, veduto riescir vane le indagini col portinaio del barone, corsero in teatro, presero il suo palco d'a-salto , lo soffocarono d'interrogazioni. Il barone, senza scomporsi, narrò loro per filo e per segno la storia del doppio scontro. In pochi minuti, la notizia fu bisbigliata ne'palchetti; vi si aggiunsero alcuni curiosi particolari, quanto più assurdi, tanto più creduti; il ferito non era più uno — erano due.... erano tre.... eran quattro.... e tutti morti.
      — Diavolo!
      — Certamente: poiché il eonte, freddati i due primi avversarli, era stato costretto a battersi co' padrini.
      Quanto alla contessa, quando poco cristianamente, benché con parole di condoglianza, vennero a portarle l'annunzio della disgrazia toccata a suo figlio, ella ne avea già avuti più precisi ragguagli dalla marchesa, e si trovò in grado di smentire le voci false ed esagerate.
      . Altre precauzioni poi furono prese perche il fatto, com'era accaduto realmente, non si divulgasse.
      Il vetturino, .che avea trasportalo il ferito al palazzo di Ortensia; fu pagato generosamente perchè non fiatasse.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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