I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      Suonavano le sette. Un zerbinotto, tutto boria e sussiego, batteva il lastrico a un dieci passi da Fanello, sbirciando a diritta e a sinistra,
      e cacciando con poco garbo qualche boccata di fumo sotto Fala del
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      primo cappello, in fondo al quale vedesse rifulgere gli occhietti furbi ' di una sartina.
      Una nidiata di monelli gli correvano sulle peste, chiedendogli con insistenza il mozzicone del cigaro. Il giovinotto lanciava di quando in quando uno sguardo truce, che, invece di atterrire, pareva innuz-zolisse viemaggiormente la chiassosa marmaglia de' supplicanti.
      Fanello, benché attento a ciò che gli veniva chiesto dal capitano, codiava ostinatamente i passanti, dato il caso gli capitasse sot-
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      t'occhio un naso all'aria, la cocca d'un fazzoletto troppo sporgente, o una catenella obbliata, con certi ciondoli fatti apposta per servir di punto intermedio fra il taschino d' un proprietario e la saccoccia cF un borsaiuolo.
      Il zerbinotto non isfoggiava nè fazzoletto, nè catenella; ma aspirava voluttuosamente il fumo caldo e inebriante cF un nero cigaro' diO
      Virginia. Fanello aveva pranzato, ma non aveva ancora fumato; la era un' abitudine come un' altra.... Senza contare che il cigaro gli agevolava la digestione.
      F'orse Fanello pensava a questo quando chiese permesso al suo capitano.
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      Fatto sta che, spiccato un salto sulF acciotolato, cadde in mezzo al cencioso sèguito del zerbinotto, come il re Travicello, di buona memoria, fra mezzo al fitto popolo delle rane, ch'egli dovea governare.
      I monelli, còlti così all' impensata, misero strilli acutissimi. Fanello fu inesorabile; diè un sergozzone a diritta e uno scappellotto a sinistra; uno ne pigliò per l'orecchio, un altro pel ciuffo, ed unv
      terzo con uno scambietto fe' ruzzolare fra le gambe del zerbinotto.
      II quale, volendo tenersi ritto, e salvare al tempo stesso il cappello, il cigaro e la sua contenance, fini col perderli tutti e tre, e l'equilibrio di giunta, se Fanello non era lì pronto a sorreggerlo, sclamando un «povero signore! » con tale accento patetico, ^he faceva a pugni col muso scaltro , impudente e motteggiatore di quel mariuolo.
      Il zerbinotto si rassettò in fretta il cappello, borbottò « grazie! » e via a gambe dietro il primo canto che gli si offerse, premuroso di sottrarsi alle sghignazzate de'curiosi, a'quali forse non riescivano nuove le astute gherminelle del borsaiuolo.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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