I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      aprir la finestra e strillare al soccorso, cacciando per terra in un fascio la sedia, il tavolino e le carte che vi eran sopra; ma il marchese non le die' tempo, e saltatole alla gola come un mastino, la imbavagliò' strettamente con un fazzoletto , poi trattasi di saccocciau * * » i
      una corda, gliela passò intorno ai polsi e alla vita, precisamentecome noi la trovammo. • * >
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      « Fatto ciò, lo spagnuolo mise mano a un coltello, e tolto l'altrolume ch'era sul cassettone, entrò carpone nel sottoscala, in cui
      »
      la Malapaga riponeva la legna pel camminetto.... Ma non legna soltanto, giacché il marchese, che gli era marchese quant' io son duca, non dandosi mica gran fretta , entrato » che fu nel sottoscala, prese a raschiar su' mattoni, come per cercarvi un segno, un indizio.... E pane difatti che ci trovasse il conto, poiché a capo di due o tre minuti, cacciata la punta del coltello in un fesso , fra il set-
      Atimo e V ottavo mattone, scoperse un ripostiglio, una buchetta profonda poco meno della lunghezza del braccio, in cui » Y indovina avea seppellito il suo morto.... circa seimila lire in tante belle sovrane. Il ladro prese tranquillamente il borsone di pelle che le conteneva , e lo fe' passar dalla buca nella tasca non meno profonda del suo soprabito, senza guardarvi dentro, ch? è poco, come uomo che ne
      conoscesse il contenuto quanto e meglio della Malapaga.
      *
      « Quali strette al cuore ne sentisse la poveretta, tu puoi ima-ginarlo. -, i
      « Fatto sta che il marchese, conseguito lo scopo di quella visita, si ravvolse di nuovo nel suo tabarro, calossi la tesa del cappello sugli occhi, e augurata la buona notte alla vecchia, passò nella seconda stanza, poi di là sulla scala, traendosi dietro l'uscio e chiudendolo a chiave per un eccesso di precauzione, che dinota l'astuzia e la lunga pratica nel mestiere.
      « Uscito'il ladro, la Malapaga riprese un po'd'animo, e cercò d'aiutarsi colle mani e co'piedi, se mai le venisse fatto di tòrsi il bavaglio e trascinarsi fin presso alla finestra per gridare al soccorso. Ma per isforzi ch'ella facesse, la corda le si stringeva maggiormente a'polsi, * alle reni, e le lacerava le carni. Ciò nuliameno la disperazione la vinse,
      e puntando i gomiti sul pavimento, riesci a smuovere dal suo posto il leltuccio a cui era legata. Intanto la-fune si era venuta poco a pocoallentando, e in capo a un quarto d'ora di spasimi acuti, aggrappandosi a'mattoni e agli spigoli, ella trovò modo di rizzarsi in piedi e dar de'pugni e del capo contro uno de5 vetri della finestra.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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