I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      ' « Un segreto presentimento, di cui non saprei spiegarvi il motivo, mi annunzia da parecchi giorni imminente una grande disgrazia.
      Ieri sera fui presentato in casa della baronessa C...^ e trovatovi un
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      banchiere di'mia conoscenza, gli feci motto dello* stato mio. Quésto banchiere mi parlò di voi troppo favorevolmente perche non vi ricorra subito, chiedendovi un abboccamento per questa sera. Passata la mezzanotte, una vettura di piazza si fermerà alla vostra porta: sarò solo, poiché capirete che un uomo della mia condizione non ama di esporsi al ridicolo di chi non crede alla scienza infallibile delle vostre carte. ' < ' '
      « Ricevete intanto un tenue attestato della mia gratitudine, e serbate il più geloso segreto.
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      < * < s Marchese di Villa IIermosa.
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      « Difatti il servitore pose in mano alla vecchia un gruppetto,
      suggellato di cera rossa come il biglietto, con entrovi quattro na-
      tpoleoni d'oro lampanti, che/ecero sbarrar tanto d'occhi alla vecchia,
      • *
      non lasciandole campo di poter concepire il più lieve sospetto sul
      * » y 4 * ptranello che le era teso. -
      « Poco dopo la mezzanotte, conforme fu stabilito, si udì il rumore di una carrozza, la quale, fermatasi a pochi passi da questa
      *
      casa quel tempo appena che ci vuole per mettere il piede «ulta predella e saltare sul lastrico, rifece la via di gran trotto.
      - « La Malapaga, che stava in orecchi, aprì l'uscio con precau-
      zione, e mosse incontro, tutta sorridente, allo sconosciuto.
      • ^
      « Il quale entrò, strinse amichevolmente la mano alla vecchia^ e andò a sedersi nell'angolo più buio di quella stanzaccia.
      '« Invano V indovina Io pregò più volte di farsi dappresso al ta- -volino, su cui disponeva le carte per trarne la buona o la mala ventura di quel signore: egli volle starsene lì, come inchiodato alla scranna, ravvolto nel suo tabarro, e col cappello sugli occhi, parlando poco; con accento straniero, o rispondendo con un lieve-chinar di capo alle domande che gli venivan fatte sul conto suo. « La sapeva lunga quello spagnuolo.
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      «Era già la terza vòlta che la • Malapaga ricominciava il suo giuoco, quando il marchese si alzò, e buttati in un canto cappello e tabarro, corse all'uscio , ne levò la chiave e la mise in saccoccia. « La vecchia, accortasi troppo tardi di che si trattava, fe'per


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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