I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      che altri sia o venga stimato migliore di loro — è invidia. Seppi quindi che Gabriele, quattro anni sono, gli era un povero diavolo come tanti altri, semplice scrittore d' un avvocato, con un magro salario che gli bastava appena per camparsela stentatamente, e perpagare il fitto d'una stanzuccia con un abbaino verso corte, qui, al
      • iterzo piano ; di più, che veniva di spesso a trovar la Paolina,.ora con un pretesto, ora con un altro...; poi, che mia sorella ammalò gravemente; che non lavorava più da parecchi mesi, chele numerose pratiche di stiratrice erano venute tutte a saldare i loro conti, e che il danaro Io riceveva Gabriele, in camera sua, perchè Paolina era aggravata dal male....; si faceva però eccezione per una vecchia, la chiamavano la Malapaga, una fattucchiera, un' indovina, che faceva il giuoco delle carte, e che diceva, a chi la pagava, la sua buona o la sua mala ventura. La vecchia veniva sempre alla sera, e sempre accompagnatavi da Gabriele. Ecco quanto mi dissero le vicine.
      — Oh, le donne!... in fede mia, 1' hanno per qualche cosa la lingua! osserva filosoficamente l'amico del Legnaiuolo.
      — Da altre persone poi seppi il come e il perchè dell'improvvisar
      fortuna di Gabriele; e come facesse conoscenza col segretario d'una vecchia marchesa.... una signora con tanto di cuore, mi dissero, e chefaceva molto bene alla povera gente.... Come poi fosse passato in
      tqualità di segretario presso il conte Fabiani, nessuno lo sapeva, e a me non importava di saperne più oltre.... Era lui, il povero scrittore d' avvocato, il seduttore di Paolina, poi segretario.... poi ricco, e bastava.
      « Aspettai ancora, studiando giorno e notte i mezzi d'ingannare la sospettosa vigilanza di Gabriele, di potermi trovar con lui, faccia a faccia, in un luogo appartato, senza testimoni, e proporgli la scelta fra una riparazione o....
      Gli occhi neri del Legnaiuolo scintillano cupamente. Golasecca coglie al volo il significato di quella frase, e gli dice: —7 Ho capito.
      — Or tu vedi che non bisogna perder tempo.... Un giorno solo
      »
      d'indugio ^sarebbe un eterno rimorso per me.... Ormai non c' è più speranza per mia sorella.... essa muore.,..
      — Oh! no poi....
      *
      — Muore.... non dirlo a me che non l'ho abbandonata un istante durante la sua malattia.... muore di spavento.... di dolore forzatamente represso.... e sono io, Geryaso.... io che la uccido.... io che non seppi


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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