I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      Ardili s Forti, Innocenti, che sono appunto il contrario di tutto questo !... e a quante Lucrezie non starebbe meglio il nome di Messalina ?
      Tronco di netto la digressione. Chi sa a quali epoche rimonteremmo, in mezzo a quali classi ci aggireremmo, e dove diaeine potremmo dare di naso se avessimo tempo , agio e luogo di dipanar l'arraffata matassa delle ridicole antitesi e delle assurde contraddizioni sociali? Certe< sozzure non vanno rimestate, se non altro, per riguardo alle nostre nari.
      Ci basti dire che Francesco Boldi era legnaiuolo perchè tale era suo padre, com'era calzettaia sua sorella Paolina, per Punica ragione che Io era sua madre, e che logicamente doveva esserlo la
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      figliuola. Che ve ne pare ?
      À chi ci chiede un po' d'analisi psicologica sulle qualità buone o cattive del Legnaiuolo noi rispondiamo :
      L'intelligenza è nella sua fronte alta e spaziosa, e in quelle due rughe perpendicolari e profonde che s'uniscono ad angolo acuto al sommo del capo, segnando i confini de' foltissimi sopraccigli.
      La vivacità, l'energia, il rapido avvicendarsi delle impressioni, sta nell'occhio nero, mobile, scintillante.
      L'irritabilità, l'alterezza, il carattere fermo, inflessibile nel tremito convulsivo del labbro superiore nelP abituale dilatarsi delle narici, nella tinta gialliccia del viso, nel crollar del capo, nell'atteg-giarsi, nel gestire, nel favellare.
      Quanto alla forza fisica, senza di cui le qualità morali sovracce-nate diventano un dono funesto., inutile o increscioso per chi le possiede, basta guardare alle forme svelte e flessibili della persona, a' muscoli diesi disegnano nettamente. sulP avambraccio per comprendere che gli amplessi del Legnaiuolo o uccidono, o inebriano, sia che si tratti d'un suo nemico, o d'una sua innamorata.
      Schizzate alla meglio le fattezze più spiccate e caratteristiche di questi due personaggi, diremo in poche parole di che si occupano nel punto in. cui ci si presentano per la prima volta.
      Una capacissima zucca,.difesa da due cerchietti-di latta, sovrapposti in croce nel mezzo, e ornata di fogliami e rabeschi, incisi colla punta del coltello, vedesi posta fra due bicchieri ricolmi d'un liquido bianco , che non esiteremmo a chiamar aequa , se non. conoscessimo P invincibile avversione di Golasecca per questo quarto elemento.
      Chiamiamolo quindi semplicemente acquavite, se pur vogliamo
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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