I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      Neil9 attraversare la stretta e melanconica galleria che la precedeva, egli affrettava il passo senza por mente alle persone che lo seguivano, come se temesse d'incontrare lo sguardo dolce ma scrutatore della contessa, o gli suonasse tutt'ora all'orecchio un'interrogazione, a cui egli non voleva,... o non poteva rispondere in quel momento.
      Poi, ad un tratto, sostò; e, posata la mano sul lucido pomo del saliscendi, voltò il capo verso V Aggrinzato : -
      — Giacomo, a domani, gli disse.
      Il fittaiuolo fe'un profondo saluto: quando rialzò gli occhi, il conte ed il segretario erano scomparsi.
      Noi non seguiremo il contadino all'albergo, dove passò quella notte, nè tampoco riprodurremo il dialogo vivo, spezzato, incalzante, fra Gabriele ed il conte.
      «
      In una storia di larghe proporzioni, come la nostra, noi ci vediamo, nostro malgrado, costretti a soffocare l'analisi troppo minuziosa , che potrebbe inceppare il rapido svolgimento del dramma, e ad esser parchi di sfumature, bastandoci di precisar nettamente, ma con pochi tratti, i contorni delle figure ehe campeggiano nella tela.
      E, poiché gli avvenimenti ci sospingono/diremo :
      Che, non appena Giacomo ebbe varcata la soglia d'una porticina laterale che metteva nell'anticamera, Giuseppe, il vecchio cameriere, traversò in punta di piedi la galleria, e andò a fermarsi rimpetto all' uscio del suo padrone;
      Che, ponendo P occhio alla toppa e appressando l'orecchio allo stipite di quest' uscio 5 gli era un po' diffìcile di poter rilevar qualche cosa di ciò che si faceva o diceva in quel gabinetto;
      Che in quel gabinetto si udivano due voci^ una*, ora concitata, ora fioca; l'altra, ora stridula e acuta come un sogghigno, ora dolce e Sommessa come una preghiera; <
      Che la difficoltà dell'udire era in parte scemata pel vecchio Giù-
      »
      seppc^ mercè l'esercizio dell'organo acustico, che ne'camerieri tocca il maggiore sviluppo e la massima perfezione;
      Che, quanto alla difficoltà del vedere, era compensata benissimo dal suono metallico, come di monete che venissero sparpagliate sultavolino ;
      Che Giuseppe vedeva o udiva; udiva o indovinava ;
      Che per ciò stringeva i pugni con ira, o soffocava un gemito didolore ;
      Che quindi si ritraeva prestamente, attraversando il breve tratto che Io divideva dall' altra camera.....-.....


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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