I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      — Ti hanno ammazzato il cavallo ?
      — Peggio, signore— Quando si ammazza uno, gli si dà una coltellata, e buona notte 1... il mal capitato soffre quel tanto, e poi basta. I parenti, gli amici piangono, strillano sul povero morto.... poi si sotterra, e non ci si pensa più. Ma quando si studia una vendetta.... quando mi si dice:— « Bada a te, Giacomo! noi non vo-gliamo che tu dimentichi lo sfregio che ti abbiamo fatto ; tu I5 avrai davanti agli occhi tutti i giorni, tutte le ore, fin che tu campi.... » allora, in vece d'accoppare un cavallo, gli si mozzano le orecchie.... appunto come hanno fatto al mio, signor conte.... Ma se lo hanno fiuto, non lo rifaranno.... il vecchio mastino ha ancora i suoi buoni denti per mordere e morderà.... Così Dio m'assista, come questa è la prima ed ultima soperehieria ch'essi fecero all'Aggrinzato.
      E, le braccia distese su' fianchi, i bianchi capelli arrovesciati dietro le orecchie, levò al cielo gli occhi, in cui scintillava l'ira, fin a quei punto, penosamente repressa.
      — Denunziali, Giacomo.... denunziali subito, ripete il conte, al-
      mzatosi in piedi e percorrendo da un capo all'altro il salotto; gli è il solo mezzo che ci rimane per porre in chiaro le fila dell'intrigo che avvolge tutta quanta la mia famiglia.... Bastiano e i suoi complici non
      sono che stromenti.... ma dietro lo stromento c' è il pensiero che lo^ *
      dirige, dietro il coltello la mano che lo adopera*... dietro Bastiano
      T * * fr rnche. eseguisce, mia zia che consiglia.
      •—: E le prove? mormorò una voce, spiccatasi dal fondo della sala. Tutti si volsero verso quella parte.
      Il segretario staccossi dall'uscio, presso cui era rimasto durante tutta quella scena, e si mosse lentamente verso l'Aggrinzato.
      — Di' su, Giacomo: quali sono le prove che tu potresti addurreper accusar Sebastiano? * 4
      * »
      Il linaiuolo balbettò qualche parola, poi guardò il conte come per chiedergli la risposta.
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      — Puoi tu dir con coscienza di non aver altri nemici in paese, all' infuori del fattore della marchesa ?
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      — In coscienza no, signor Gabriele.... T
      — Tu però sospetti, n'e vero?..: Aspetta dunque che il sospetto si tramuti in certezza, e quando avrai buone prove alla mano, scrivi pure la tua denunzia, e giustizia ti sarà fatta.... Vossignoria mi perdoni, aggiunse volgendosi al conte, d'aver detto umilmente il parer mio su cose che non mi riguardano. Ma io non sospetto soltauto, io


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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