I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      «ciascuno può far gnocchi ddla sua pasta. Che mi fa a me se egli dà a'cani la roba sua?... non è egli buono e garbato colla sua gente?... non mi dice sempre, quand'io vo' a trovarlo : — «Buon giorno, Giacomo!/.. Come stai, Giacomo?... Benvenuto, Giacomo!... Dunque?... Ma perchè mo farmi di questi tiri?,.. Povera bestia!... Àffèdiddio! che la mi scotta davvero..., e se non m'avesse tenuto quel po' di rispetto.... Basta: a ogni modo, non vo'fiatarne col conte; de'guasti fattimi mi rifarò col lavoro e coli' aiuto di Dio benedetto.
      Giunto a Lodi , si recò difilato all' albergo per aspettarvi 1' omnibus delle quattro.
      Aspettando, sbocconcellò un tre oncie di cacio lodigiano, una mezza pagnotta gialla di*pan di meliga, e un boccaletto da sedici di quel del paese.
      E sempre più erasi raffermato nel proposito di non dir nulla al padrone del tafferuglio della passata settimana a San Colombano.
      Però, giunto a Milano, appena imboccata la via del Cappello, era disceso dalla vettura, e^ corso in gran fretta al palazzo Fabiani, avea chiesto di essere annunziato al conte, sollecitando un' udienza pes- quella sera.
      —vii padrone è chiuso in camera col segretario, gli rispose Giuseppe.
      Non importa : ditegli che e' è Giacomo, e basterà. Giacomo ! sì era udito esclamare una voce dolce ed affettuosa, che partiva dall'interno d'un salotto, contiguo alla camera dove tro-
      vavasi l'Aggrinzato.
      Giacomo in persona, rispose quest'ultimo; e, spinto l'uscio socchiuso, si trovò alla presenza della contessa.
      La buona signora 1' aveva accolto con quel sorriso che fa tanto ~ bene alle persone della condizione di Giacomo, e che i signori prò-
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      digherebbero più facilmente se sapessero ' quanta nebbia diradano ,
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      quanti rancori estinguono , quanti jgenerosi istinti risvegliano, chew A
      l'egoismo, lo sprezzo o l'indifferenza lasciano inerti e infecondi nel cuore dei popolano.
      < f < j' * IL vjnPoi, gli avea manifestata la sua sorpresa di yederlo colà a quel-
      il'ora inconsueta pel fittaiuolo, e si era fatta a chiedergli il come e il perchè ciò avvenisse.
      Ma Giacomo, pronto a schermirsi, aveva addotto non sappiamo bene che scuse di tempo, d'affari, che l'avcano obbligato a starsene
      * Jj i ^a Lodi tutta la mattina e ad aspettarvi la vettura del dopopranzo.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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