I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      —. Signore !..? balbettò il portinaio, reprimendo a stento il dispetto, che ne sconvolgeva i lineamenti, abitualmente calmi e coni- > posti.
      ! — jVovantanovc contro uno che tu mi dai una mentita, confutando il mio panegirico sulla marchesa!
      — Niente affatto, signore, rispose Santocchio con certo risolinoIr %
      agro-dolce, che tradiva la stizza da cui era compreso ; io vorrei soltanto chiedere a vossignoria chi le ha dato il diritto di parlarmi così ?
      — Chi? disse il barone, balzando in piedi e piantandosi in faccia al suo interlocutore; tu stesso colla tua diffidenza, micino mio; io so che, appena uscito di qui, tu mi scriverai in quel tuo libeccio „ come hai fatto testé di quell'altro figuro, che usciva dalle camere del tuo padrone,... Ora, mi sai tu dire in che mani passino codesti sgor-bii?... Conti chiarì, amici cari! Se m'avessi lasciato finire, t'avrei dejtto che la signora marchesa odia mortalmente il conte, e più quelli angelo della contessa, che sta a lei come quel tuo muso aggrinzato alla faccia aperta d'un galantuomo; la signora marchesa è una santa donna, ma non si fa scrupolo di ricorrere a mezzi illeciti per ridurre sul lastrico suo nipote, d'acquistarne i poderi a metà prezzo, di corrompergli la servitù, mettendogli al fianco i suoi bracchi, dalla soffitta al bugigattolo del portiere, dove tu, vecchio, arnese d'anticamera, ti diverti a scrivere le memorie della famiglia.... E intanto quella dolina.... quella povera donna, mi capisci?... quell'angelo di sua moglie, che non fece male ad alcuno, dovrà un giorno o l'altro cader sotto gli unghioni di quella dannata vecchia, cui non par vero di poter torturare il suo povero sangue per soddisfare a vecchie libidini, coperte dagli agnusdei e dagli scapolari della bizzoca.... e siamo noi che le diamo man forte.... noi che cooperiamo vilmente a quest'opera tenebrosa...; una schiuma di tre ribaldi, che muovono da diversi punti per, toccare la stessa meta.... io, tu, e quell'uomo irreprensibile del signor Gabriele.... Ma vivaddio!... Eh via!... ah! ah! ah!
      Il lettore non si sorprenda di quest'improvviso trapasso dall'in-dignazione profonda, alla spensierata gaiezza di chi si fa beffe d' un sentimento, insinuatosi celatamente nell'anima sua, e ch'egli discaccia subito come un ospite fastidioso.
      Codeste inconcepibili reazioni si scorgono di frequente in esseri guasti a mezzo, cui l'inveterata abitudine della colpa non ha per anco soffocato del tutto i buoni istinti che germogliano in fondo al cuore — vegetazione intristita da'miasmi d'un terreno sterile e pantanoso, che


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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Vovantanovc Santocchio Gabriele