I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      -( io )-
      o un balocco?... Precisamente il mio caso; io non ne ho colpa.... la società mi volle così, e così sia.... Ma quella donna !...
      1/ accento, con cui furono proferite queste ultime parole, non era lo stesso che aveva accompagnato questo lungo monologo, specie d'esame di coscienza, che lo sconosciuto borbottava fra'denti, quasi cercasse nella parola la persuasione negatagli dal pensiero. Egli tese di nuovo le mani verso il cancello, e vi si aggrappò come per non cadere. I suoi occhi fissavansi un'altra volta, sbarrati e immo-bili,come prima, sulla finestra del primo piano; ed egli v'intendeva lo sguardo colla stessa contrazione di muscoli, che abbiamo notato ;
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      ma stavolta, una mano, dall'interno del salotto, aveva rimosso uno de' lembi della cortina di stoffa rossa, e i leggiadri contorni d' una figura di donna disegnavansi in ombra sul fondo luminoso della vetrata.
      — Sì, bisogna che lo confessi a me stesso, ripigliò tra sè il gio-vinotto, dopo una breve pausa di alcuni secondi; fin dal giorno che vidi, per la prima volta, questa povera donna, essa lasciò in me un'impressione.... qualcosa che non so spiegarmi.»., come un rimorso.... Que' suoi grandi occhi azzurri, sempre fissi su ine, spiando ogni mio movimento.... come se vi leggesse una parola che le sue labbra non osavano pronunziare.... Eppoi, la bionda e ricciuta testolina di quella sua angioletta!... Panni ancor di vederla, ritta dinanzi a me, quando mi accommiatai, dopo esserle stato presentato da suo marito.*.. Mi tese la mano, poi, come soprappresa da segreto sgomento, si fe? smorta in viso.... ed io sentii la sua mano tremar nella mia, e col-l'altra mi accennava la sua figliuoletta, e parca mi dicesse cogli occhi: — «Signore, vegliate sul padre di questa mia creatura!» Non dimenticherò mai quello sguardo.... E gli è strano, in fede mia!... se lo dicessi, ne riderebbero.... quel lungo sguardo supplichevole mi fece risowenire del mio povero Àzor.... Bah! un cane!... E perchè no? Quand' io lo percossi a morte in un accesso brutale.... quel povero cane mi guardava così, e ne rimasi atterrito come.... come d'un omicidio.... È vero che la Gigia rideva.... lei che fu causa.... Già ! quelle donne non hanno cuore.... II cuore! come se io ne avessi!... quand'essa è là, e medito a sangue freddo....
      Il filo di questi tristi pensieri, che noi abbiamo chiamato l'esame di coscienza dello sconosciuto, venne a un tratto interrotto dallo strascico di due scarpe ferrate, che risuonavano sullo scalone.
      Il giovinotto si passò una mano sulla fronte, come per cancel-


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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Gigia Que Bah