I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      -( 8 Hgran signori; non quel viavai rumoroso e. confuso di gente (Fogni sesso e condizione, come ne'bui androni di que' vasti caseggiati, dove vivono accatastate le povere famiglie operaie , specialmente in quella stagione, e a quell'ora; non voce umana che rompesse il sepolcrale silenzio di quelle rovine, che stavano là, come un anacronismo , a rappresentare altri tempi , altre tradizioni e costumi , in mezzo alia nuova generazione che li scherniva senza comprenderli
      Il tempo che noi impiegammo a descrivere l'esterno del vecchio palazzo in via della Spiga , lo sconosciuto lo passò davanti al cancello , colle gomita appoggiate ad una delle spranghe trasversali, che ne misuravano la larghezza. Gli occhi intenti e fissi al finestrone del primo piano che vedevasi rischiarato, parea volesse penetrare col guardo traverso allo spiraglio luminoso, che aprivasi su' cristalli, e spiare, non visto; i misteri di quel salotto. Chiunque, in passando, F avrebbe creduto» un innamorato, un poeta od un antiquario, che aspettasse un convegno, studiasse le rovine, o volesse ripopolarle cogli esseri creati dalla sua immaginazione. Chi però avesse scorto hi contrazione nervosa, che ne stravolgeva i lineamenti in quel punto, e il penoso senso di mai represso sgomento, che gli trapelava dagli occhi immobili e spalancati, si sarebbe subito, ricreduto.
      Ma F emozione fu rapida quanto profonda. Le nere-pupille dello sconosciuto, dilatatesi sotta l'impressione d'un involontario sgomento, si ristrinsero scintillando più vive e animate; e la bocca, rimasta per •alcuni secondi stupidamente socchiusa, atteggiossi al ghigno sarcastico di un abituale cinismo.
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      > — Bah! sclamò, ritraendo le gomita dal cancello, con uno scoppiettio di labbra impossibile a riprodurre, io mi fo tenero come un collegiale.... ho de'rimorsi.... Ah! ah! rimorsi! e perchè?... L'ha voluto.... tanto peggio per lui! Chi non ama che-gli si pesti su' calli, scansi la folla, e cammini solo.... Tanto lui, come un altro ; tanto picche, che quadri.... tanto una carta barata, che un'eccellenza fai-lita.*.. A ogni modo, io non sarò il primo uè l'ultimo.... e tutto fuorché la miseria, specialmente quando si è sciupato un bel patrimonio, e si e giovani abbastanza per poterne scialacquare altri quattro.... Eppoi, la farina non è del mio sacco, ed io non sono che un istromento.... di Dio o del diavolo, poco importa.... qualcosa come una lama d'acciaio arrugginita, uno di que' pugnalotti, chi sa di che tempo, che mio padre, il buon uomo! venerava come un reliquiario, e che io mandai a tener compagnia a una mezza dozzina di quadrij


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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