Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      606 STORIAall' altura del capo di Gallo nelle acque dell' isola di Venefico, e copriva la rotta per Corone in sembianza di volerla difendere. Andrea, a cagione del minor numero delle sue galere, non voleva attaccare direttamente la flotta turca, ma desiderava fare in modo di entrale nel porlo di Corone con qualche accorta manovra. Erano nella squadra ispaoo-genovese due navi grosse fornitissime di artiglieria. A queste comandò che andassero ad al* taccare le navi nemiche e le tenessero in scacco, finché egli col resto della flolta, passando fra il capo di Gallo e l'isola di Venelico, riuscisse ad entrare nei porto. Aveva il comando delle due navi Francesco Doria, il quale, dopo essersi accostato alla squadra mussulmana, non avendo il cuore di affrontarne l'empito con due soli navigli, invece di eseguire gli ordini dell' ammiraglio, fece forza di vele e si cacciò tra l'isola e il capo. Andrea visto che le due navi inyece di fermarsi avanti la linea neipica ed aprire il fuoco la oltrepassavano schivandone r incontro, mandava tosto dietro a
      Francesco una saettia onde richiamarlo alla esecuzione degli ordini ricevici
      «
      ma la saettia traforata dalle palle turche colò a fondo; onde il Boria, tro-vandosi impegnato tanto da non potere, nò tirarsi indietro, nò schivare la battaglia, fatta della necessità virtù, si spinse innanzi ed atlacw la mischia. Intanto senza lasciar di combattere andava accostandosi a Corone dove già alcune delle sue navi eran giunte a dar fondo; ma vedute due delle sue galere rimaste indietro circondate e quasi vicine a cadere in, mano. dei Turchi, si rivolse un altra volta e percosse così fieramente con le artiglierie nella squadra nemica, che questa disordinata e sopraffatta allargossi in mare, e andò a rifugiarsi nel vicino porto di Modone, lasciando ad Andrea tutta la comodità di condurre la flolta entro il porto della ciltà cbe era venuto a soccorrere. Le Iruppe mussulmane le quali avevano aperta la batteria dalla parte di terra, vedendo entrare nel porto la flotta ispano-genovese e scomparire sul mare la bandiera della mezzaluna, spaventate dalla imminenza del pericolo sloggiarono disordinatamente, lasciando nelle trincero abbandonate i bagagli e parecchi pezzi d'artiglieria.
      Ottenuto il fine della sua spedizione, dopo avere rinnovato il presidio di Corone, imperocché gli Spagnuoli che v' eran dentro noiati dal lungo star rinchiusi negavano tumultuando di volervi rimanere, Andrea ritornò addietro e giunse in Genova sui primi d' ottobre.
      Qui cominciavano a comparire alcuni segni degli intrighi di Francia.
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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