Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      come nemiche si mostravano allo spossato esercito di Francia. Dopo avere imbarcati a Gaeta viveri e monizioni per la guarnigione di Napoli, seguitava la squadra il suo cammino verso il golfo; ma trovandone difesa l'enr Irata da dodici galere francesi sotto gli ordini del Barbesieux e da altre sedici veneziane, andò ad appoggiare all'isola d'Ischia, per assicurarsi delle forze dei nemici e per combatterli al bisogno. Nonostante, la flotta veneto-francese, quantunque più numerosa, non era in grado di stare a fronte alla genovese meglio equipaggiata e più agguerrita. La squadra veneta specialmente per insufficienza di equipaggi era quasi inabile a tenere il mare. Fecero però le due squadre le viste di voler attaccare il Doria; ma non osarono di spingersi più sotto del tiro del cannone, e dopo molte ed inutili scariche di artiglierie cedevano il campo al capitano imperiale che potè in tal modo conseguire lo scopo della spedizione vettovagliando Napoli.
      Le condizioni dell' esercito francese andavano intanto peggiorando con una celerità spaventosa. Fino dal principio dell'estate vi si era introdotta la peste la quale si era aumentata con enormi proporzioni col crescere dei calori estivi; le genti francesi, mietute del continuo dal malore, si assottigliavano ogni di più per i continui attacchi con cui gli travagliavano gii Imperiali. Al campo, di assediatore divenuto assediato, mancavano le vettovaglie, mancavano i rinforzi ; perchè, un nuovo esercito francese condotto in Italia dal signore di San Polo, era tenuto in iscacco in Lombardia da Antonio di Leiva, e le poche genti sbarcate dai Barbesieux erano state rotte dagli Spagnuoli avanti che potessero congiungersi agli assedianti. La osti-Dazione del Laulrec, nel voler seguitare un impresa ornai divenuta impossibile, trasse seco la rovina totale dell' esercito. Alla metà di Agosto, di un esercito fioritissimo che due mesi innanzi contava sopra venticinquemila uomini e quattromila cavalli, non restavano che quattro mila fanti e appena cento uomini d' arme; tutti gli altri eran periti o di ferro o di male.% Quasi tutti i capitani e gli uomini distinti cbe trova?ansi nel campo erano ammalati e morti ; la peste avea ucciso il conte di Valdimonte ; il Laotrec stesso espiava con la vita la sua caparbieria. Dopo la morte di lui, il marchese di Saluzzo, a cui era rimasto il comando dell'esercito, cercava di metterne in salvo gli avanzi con una segreta ritirata ; ma perseguitato strettamente dagli imperiali saltati fuori di Napoli, riusciva a fatica a chiudersi in Aversa, ove circondato ed assalito vigorosamente, era costretto a capi'
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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