Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      574 STORIARenzo da Ceri, si volgeva ad una nuova impresa. Trai lavasi di ricuperare alla Francia, la Sicilia e la Sardegna.
      Renzo da Ceri, con molti emigrati siciliani che stavano sulla flotta, avrebbe voluto che prima si tentasse la Sicilia; ma Andrea, il quale, da quel grande capitano che era, usava di consultare più la probabilità della riuscita che i dettami delle passioni neir accingersi ad. una spedizione, decise di andare prima contro la Sardegna che oltre, all'esser più vicina e meno difesa, avea il vantaggio di essere accosto alla Corsica, isola genovese ove ad un bisogno la flotta e le genti avrebbero potuto riparare e trovar soccorsi. Convenne a Renzo da Ceri quantunque di mala voglia ubbidire.
      Partito Andrea da Genova con venti galere, a Livorno si riuniva con la squadra veneta comandata da Giovanni Moro luogotenente di Pietro Landò ammiraglio allora assente. Facevano vela tutti insieme alla volta della Sardegna. Sbarcate le genti senza contrasto , andò il Doria a porre l'assedio a Castello Aragonese; però avendo incontrala maggiore difficoltà di quello che credeva a cagione della ostinata resistenza del presidio spagnuolo che v'era dentro, levò il campo ed andò ad assalire Sassari di cui in poco tempo si impadroni. Nonostante questi primi vantaggi, questa impresa non andò innanzi: perchè la mortalità che assottigliava giornalmente le milizie e la penuria delle vettovaglie persuasero Andrea a desistere. Avrebbe voluto Renzo, col suo solito impeto mal consigliato, andare a far provvigioni a Tunisi il di cui Bey era allora amico di Francia, e sbarcare quindi in Sicilia; ma l'ammiraglio genovese, essendo allora indispettito col re da cui gli pareva per varie cagioni di esser maltrattato, irritato contro quel da Ceri per la di lui insubordinazione, e parendogli i disegni concepiti più facili ad immaginare che ad eseguire, dismise per allora ogni pensiero di quella spedizione, e, rimandate in Provenza dodici delle galere francesi, ritornò a Genova, lasciando a Livorno suo nipote Filippino, affinchè, quando
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      il Lautrec avesse bisogno della flotta, andasse a coadiuvarlo noli' impresa di Napoli.
      Questa spedizione, come tutte quelle operate precedentemente dai Frafr cesi nel regno, era cominciata con buoni auspicii e con miglior fortuna, Scampato Clemente VII dalle mani degl'imperiali che lo lenevan prigione in Castel S>. Angelo, la lega si riannodava. Il principe di Orange, riuscendo
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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