Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Air annunzio dell'avvicinarsi delle navi spagnuole, si apparecchiarono le squadre dei collegati per opporsegli. Ma invano il provveditore veneziano faceva ogni sforzo per far uscire la sua dal golfo della Spezia; imperocché i venti contrari ve lo rispingessero sempre dentro. Uscirono però dalla Baia di S. Fruttuoso e da Portofino il Navarro ed Andrea Doria con sedici navi, sei francesi, cinque veneziane e cinque pontificie, e benché tanto inferiori di numero, venuti addosso animosamente agi' imperiali, ingaggiavano la battaglia dirimpetto a Sestri di Levante. Non potendo a cagione del vento che soffiava fòrte venire a battaglia manesca, folgoravano con l'artiglierie. Sull' ingaggiare della battaglia la bandiera della nave ammiraglia di Spagna colpita da una palla cadeva giù. Lieti dell' augurio si inanimivano i collegati ; Andrea Doria prese in mezzo due navi spagnuole, tanto le tribolò con le artiglierie che una ne colò a fondo l'altra a fatica gli scampò. A questo assalto inaspettato , il disordine era entrato nelle file delle navi di Spagna, ed avrebbero sofferto un guaio molto rilevante, se la battaglia fosse incominciata più presto. Ma il rinforzare del vento e la notte sopravvenuta, costrinsero il capitano di Francia e quello pontifìcio a desistere e a porsi in sicuro dietro il promontorio di Portofino. Alla mattina, quando uscirono per rinnovare la mischia, la flotta spagnuola era sparita; imperocché il viceré impaurito da questa ostile accoglienza, rivolte le prore dalla Liguria, avea profittato della oscurità per far vela verso Livorno. I collegati, credendo che avesse presa la direzione di Corsica, veleggiarono a quella volta: non poterono però raggiungere il Lanoia che seguitando la sua strada era andato a pigliar terra a S. Stefano nella marina di Siena.
      Dopo questo fatto la lega avendo bisogno delle sue forze marittime per inviarle nel regno di Napoli ove l'arrivo del Lanoia avea trasportata la sede della guerra, il blocco si sciolse, e le squadre riunite, rimettendo l'impresa di Genova ad altro tempo, abbandonarono le rive della Liguria orientale e fecero vela alla volta di Civitavecchia, per essere di là spedite alla loro nuova destinazione. Partita la squadra nemica, il governo della Repubblica non tardò a ricuperare tutta la riviera di Levante, ed attese a fortificare i luoghi difendibili, specialmente Portofino. Cosi finiva l'anno 1526.
      L'Italia presentava in quel tempo un miserando spettacolo di confusione e di miserie. Appena trenta anni addietro, l'Europa la riveriva come la più intelligente, la più ricca, la più civile delle nazioni, ora tutto era cambiato.
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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