Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      rinnegare r interesse patrio per non intaccare iV patrimonio di San Pietro, non era riuscito a procacciarsi la fiducia degli Italiani, i quali si eran bene accorti, che l'idea patria non era per i pontefici un fine ma un mezzo. Il concetto di ristorare la nazione per mezzo della iniziativa papale,-a difetto di fede da un lato e di bonafede dall' altro, rimase infecondo allora, ed ora, in tempi più recenti, le medesime cause hanno prodotti i medesimi effetti. Tanto la natura delle cose è più logica e conseguente dei raziocini umani nei suoi procedimenti ILa battaglia di Pavia avea cangiata la faccia delle cose: come la venuta di Carlo Vili aveva trenta anni avanti sgominato l'antico naturale equilibrio della penisola, cosi questo avvenimento, ne buttava all'aria il nuovo fittizio, e le di lei Provincie, che'fino ad ora erano state ad osservare dei combattenti stranieri, si trovavano al presente ad avere dei padroni.
      Carlo V era signore di Lombardia, di Genova, di Napoli: Venezia fiaccata; Roma ondeggiante; Firenze come essa; amendue ridotte a pianeti trascinati nétl' orbita del nuovo sole. L' unica speranza rimasta agli Italiani era in una riscossa di Francia, e questa fomentò le lusinghe e se ne valse per acconciare i suor affari; poscia come le giustificò, più di tutti nel 1529 lo seppe Firenze 1
      Persuaso dal Lanoia governatore imperiale di Lombardia, e tirato dal desiderio di uscire presto di prigionia, il re Francesco si era indotto finalmente a lasciarsi condurre in Spagna per abboccarsi personalmenle con Carlo V.
      Poicfoè era stato determinato che il reale ^prigioniero avrebbe fatto la traversata sopra navi regie montate da ciurme e da soldati spagnuoli, la regina madre aveva destinate a quest'uopo le sei galere di Andrea Boria. Ma questi, stimando poco onorevole per se e poco sicuro il porsi nelle mani dei suoi nemici, aveva ricusato di intraprendere una tale spedizione, ed invece di andare a Genova, come gli era stato ordinato, navigò al porto S. Stefano ad imbarcare le milizie francesi che sotto il duca di Albania erano state destinate all'impresa di Napoli. Il re, intanto, sotto buona scòrta giunse in Genova, dove attendeva che di Provenza arrivassero altre galere per trasportarlo in Spaglia.
      Durante il soggiorno del re in Genova, la città ebbe nuovamente a provare la sfrenatezza dei soldati spagnuoli. Quantunque in paese amico e^.ooQie


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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