Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      STORIAnevano indecisi, Ferdinando d'Avalos Marchese di Pescara, insofferente dell' attendere, e per l'impetuosità e la ferocia del suo carattere inclinando più al sacco che agli accordi, fatte tirare dopo molte difficoltà alcune artiglierie sopra una eminenza che fronteggiava il bastione di Pietra Minuta, aprì con più furia e con migliori resultati di prima la battéria.
      Gli anziani e gli altri magistrati, sentendo più vicino il rombo delle artiglierie, presi dalla paura, crederono non esser più tempo di dilazionare gli accordi, ed inviarono tosto Tommaso Cattaneo e Paolo De-Franchi a trattare. Volevano gli ambasciatori portarsi agli alloggiamenti del Pescara, l'impeto del quale importava arrestare prima di tutto, ma per mare non potendo andare a motivo dell'onde tempestose, nè osando per terra, per timore degli Spagnuoli che combattevano lungo tutta la linea delle mura dinanzi alle quali si eran posti, uscirono dalla porta degli Archi in Bisagno, e si presentarono a Prospero Colonna che fino allora era rimasto tranquillo nella sua posizione. Accolli con estrema gentilezza da Prospero, convennero con esso dei preliminari della resa.
      Mandava tosto il Colonna a significare al d' Avalos l'acccordo fatto: cessasse dall' attacco, e facesse tacere le artiglierie. Ma il Pescara, geloso grandemente di Prospero per l'autorità che divideva con esso nel comando dell'esercito, stizzito della preferenza data al suo rivale dagli ambasciatori Genovesi , non che intermettere la batteria la seguitò con più furore. Invano gli esuli Genovesi, Girolamo Adorno specialmente, col dimostrare l'odio che si sarebbe suscitato contro essi se la città fosse stata presa d'assalto, tentarono di rimuovere il d'Avalos dal fiero proposito. Lasciato il Capitano Corbera a dirigere Y attacco cominciato, si mise egli stesso alla testa di un altro corpo di truppe, con le quali andò ad attaccare una piccola porta vicina al bastione. Acciecato dal desiderio di trionfare della accanita resistenza che gli opponevano i difensori delle mura, non guardava ad esporsi come r ultimo de' suoi soldati ; due suoi uffiziali gli cadevano accanto ; ad un terzo che lo consigliava a tirarsi indietro, rispose : voler morire o passare per quella porta. Finalmente parte dell'intento gli riusciva: la porta che era stata impegolata e incendiata con fiaccole lanciate, non oppose più resistenza, ed il Pescara entrò dentro con parte dei suoi.
      Non abbandonarono per questo gli assediati la difesa : tiratisi addietro, seguitavano a far testa agli Spagnuoli, mentre Niccolò Fregoso combattendo


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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