Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      570 stori\nessuna potenza, eccetto la Francia, era capace di contrastargli. La inimicizia e la gelosia nutrita da qualche tempo da Francesco contro il suo rivale non ebbe più freno, poiché si vide rapita da Carlo la corona imperiale a cai anelava, e il teatro delle ostilità fu anche questa volta l'Italia. L'indipendenza di questa precipitava manifestamente alla sua totale rovina. Infatti, il regno di Napoli era divenuto una provincia Spagnuola, il Ducato di Milano e la Repubblica di Genova erano in mano dei Francesi, Venezia, rovinata dalle guerre suscitate dalla lega di Cambrai, durava fatica a conservare una politica propria, Firenze era troppo piccola per esercitare l'antica influenza dei tempi di Lorenzo il Magnifico; solo la potenza dei papi era crosciata in questa universale umiliazione,* l'astuta crudeltà di Alessandro VI Borgia, e la impetuosa energia di Giulio II della Rovere, vi avevano ugualmente contribuito. È però che Leone X il quale avea ereditato il patrimonio procacciato delle buone e ree opere dei due suoi predecessori, era grandemente accarezzato dai due potenti antagonisti, ciascuno dei quali desiderava di averlo dalla sua parte nella grande lotta che si stava apparecchiando. Finalmente Leone X dopo avere esitato lungamente ed intrattenuta negoziazione con T una e 1' altra parte, si decise per quella che gli sembrava più sicura, e T8 Maggio 1521 strinse alleanza con Carlo V.
      Erano i progetti degli alleati di cacciare i Francesi al tutto d'Italia, restituendo Milano al secondogenito del Moro, Francesco Sforza, e Genova agli Adorni. Per conseguire più facilmente questo scopo, si era convenuto di serbare il più gran segreto su questo trattato fino alla sua esecuzione, la quale avrebbe preso sembianza dello scoppio di una congiura. . All' impresa di Genova erano stati destinali Antoniotto e Girolamo Adorni; l'uno di questi doveva entrare in Liguria con cinquecento fanti, l'altro consette navi prese a Napoli e due fornitegli dal papa, e duemila fanti Spa-
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      gnuoli di sopraccarico, presentandosi davanti a Genova con le forze che con-duceva e l'aiuto della sua fazione avrebbe fatto in modo di cacciarne i Fregosi.
      Pertanto a Genova non si sapeva ancor nulla di queste trame, per la diligenza con cui i collegati avevano intercettati tulli i corrieri che andavano in Liguria; senonchè Ottaviano che stava vigilante, maravigliato di questo silenzio che durava da venli giorni, si accorse che vi doveva essere per aria qualche burrasca, e per non lasciarsi pigliare alla sprovvista, crebbe
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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