Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Rimasto così solo a scongiurare il pericolo, Lodovico non si perse d'a-nimo, ma risolvè di far fronte alla fortuna con le proprie risorse. * Mentre ragusava un esercito in Lombardia sotto la condotta dei fratelli Sanseverino, dimandava ai Genovesi (4499) un sussidio di mille fanti pagati per tre mesi. Essendo però l'erario esausto, bisognò ricorrere a S. Giorgio, e cavare forzatamente una somma di danari dai banchieri i quali essendo della fazione contraria negavano di sovvenire ai bisogni del duca. Dovevano i soldati genovesi sotto la condotta di Giovanni Adorno andare ad ingrossare il presidio di Alessandria, ma indugiarono tanto a mettersi in marcia che già i Francesi avevano calate le Alpi, espugnata Annone, ed occupato tutto il paese d' Oltre Pò. Lodovico allora sopraffatto da questi rovesci, non potendosi fidare dei Milanesi che cominciavano a tumultuare, ed assalito nel medesimo tempo dai Veneziani, dovè cedere all' avversa fortuna, ed abbandonò nel settembre la Lombardia rifugiandosi in Germania, donde sperava di ritornare ben presto con gli aiuti di Massimiliano.
      La fuga del duca lasciava Genova indifesa ed abbandonala a se stessa.
      fTutti riconobbero la necessità di sottomettersi al monarca francese. I fratelli Adorni, anche essi, dopo aver tentato invano di comporsi col re, conoscendo F impossibilità di tenere il governo di una città che era già sazia del loro reggimento e però avversa, presero il partito di uscirne, rifugiandosi, il governatore Agostino nelle sue castella, Giovanni a Napoli. Il governo della Repubblica, intantochè si stava preparando una numerosa ambasceria da spedirsi in Milano a Luigi XII, fu confidato ad un magistrato provvisorio, che fu surrogato dopo pochi giorni da Scipione Barbavaro e da Gian Luigi Fieschi, mandati dal re l'uno in qualità di reggitore civile, l'altro militare.
      L'ambasceria genovese ricevuta pubblicamente in Milano ai 26 dì Ottobre dal re, gli rassegnò la signoria della Repubblica, con le restrizioni ed i privilegi usati nelle passate dominazioni, mentre Filippo di Cleves eletto a governatore si obbligava oon giuramento a mantenere i capitoli della dedizione. A Gian Luigi Fieschi, il quale in queste circostanze si era mostrato molto partigiano del re ed avea favorita la presente mutazione, fu conferito, conforme gli era stalo promesso, il governo della riviera di Ponente.
      Ritornava cosi nuovamente la Repubblica sotto il dominio di Francia con questa diversità; che mentre le altre volte la signoria straniera era
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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