Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      490 STORIAcedentemente nel porto. Mantenesse il dnca due galere ai servizii del re; le genti ducali e genovesi mandate in soccorso di Pisa sotto il capitano francese Sanseverino fossero richiamate. Per garanzia di questo trattato oltre alcuni ostaggi mandati da Genova al re, la fortezza di Castelletto sarebbe stata consegnata al duca di Ferrara il quale prometteva di renderla ai Francesi ove il Moro suo genero mancasse ai trattati.
      I Genovesi cosi gelosi un tempo della propria autonomia e delle forme esteriori che salvano V apparenza, quantunque il duca di Milano avesse usato con tanta assolata padronanza di loro e delle loro cose, in questo trattato, nonostante nè si lamentarono né si risentirono, cosi profonde radici cominciava a gittare la signoria del Moro, e con tanta arte il suo commissario Corradolo era riuscito a sopire gli animi reluttanti alla servitù, ed a que-tare le parti, che, simili ai venti nelle acque marine, sole impediscano alle repubbliche di imputridire, poiché la virtù primitiva che le creava e cresceva in fiore venne meno.
      Quando i partiti si sono cacciati in una società che si governa liberamente, il primo effetto che producono se la repubblica è conquistatrice, e di tarparle le ale ad ogni ulteriore progresso e di cambiare la sua vita di aumentativa in conservativa. In questo primo periodo, il pensiero del bene pubblico è sempre il mobile delle agitazioni faziose le quali sono però viziose nel fatto reale non nel fine. Nel secondo periodo, i partiti si creano dei capi, e si incarnano in un nome o in una famiglia, ed allora questa idea faziosa è sostituita alla idea patria. In questo caso il mezzo ed il fine sono egualmente viziosi; quindi cessa la conservazione ed incomincia il deperimento. V'ha un momento di sosta nella via del precipizio finché le parti si contrabbilanciano di forze; ma quando F una ha superata F altra, allora i cacciati ricorrono agli aiuti stranieri e con essi rianno la patria ed il potere finché una vicenda consimile non glieli ritolga. Ma le influenze straniere una volta che han preso piede seguitano ad infiltrarsi nelle vene del corpo sociale, con tanto maggior pericolo, quanto più la loro azione è indiretta e coperta, e finiscono col farsi di protettrici, padrone. È la caduta di una Repubblica con minor danno, se l'un partito riesce a soverchiare F altro talmente che e' non abbia bisogno degli aiuti di fuori per mettere affatto in fondo F avversario, perché allora non vi ha che mutazione di governo da Repubblica a Principato, ma almeno la indipendenza della nazione rimane.


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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