Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      tumulto, non avesse con l'autorità e con le preghiere indotti i cittadini a
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      deporre le armi. Il duca d'Orleans e gli altri signori francesi che spaventati da quesfo movimento si erano già rifugiati sulle navi, r indimani, viste le cose quiete, ritornarono in Città.
      Tanti preparativi ordinati da Lodovico e dagli Adorni in Genova per il ricevimento del re doveano tornare affatto inutili; perchè l'esercito francese non incontrando per la via di terra quegli ostacoli che la lega degli Aragonesi coi Fiorentini ed il papa avean fatto presupporre, rinunciò al progetto di imbarcarsi sulle navi. Questa stessa flotta, la più magnifica che fino allora si fosse veduta nel porto di Genova, equipaggiata con tante spese del re, di Lodovico e della Repubblica, non riusci pressoché di alcun giovamento.
      Giunto in Asti, dove giacque malato per alquanti giorni, probabilmente di quel tremendo morbo che i Francesi sono accusati' di avere introdotto in Italia per i primi, Carlo VII riceve ivi la visita di Lodovico il Moro e di Beatrice sua moglie. Infiacchito dal male che con le forze del corpo gli avea anche di più prostrata quella sua vana e debolissima anima, il monarca francese, era sul punto di abbandonare l'impresa e di ripassare le Alpi, se i consigli e le instigazioni del Moro non gli avessero infuso nuovamente vigore e speranza. Ristabilito in salute, da Asti passò a Pavia, donde dopo aver visitato V infelice duca Galeazzo che più a modo di prigioniero che di principe era confinato dall' ambizione del Moro nel castello, si indirizzò verso la Lunigiana. I Fiorentini erano incaricati di arrestare 1' esercito oltramontano ai passi difficili di questo paese montuoso, ma per l'incapacità e la paura di Piero dei Medici, Sarzana e Pietrasanta, le quali potevano fare agevolmente una lunga resistenza, furono consegnate al re, e con esse Ripafratta, Pisa e Livorno.
      Fino dal momento che ebbe ottenuto la signoria della Repubblica, Lodovico si era proposto di aggiungere la Lunigiana e le due terre principali di questa provincia ai suoi dominj; ma la speranza di potere associare i Fiorentini alla sua politica, Io aveva ritenuto dal colorire i suoi disegni. Lodovico aveva allora abbandonato 1' esercito ed era corso in fretta a Milano a farvisi proclamare duca e successore di Galeazzo, morto il 20 di ottobre di veleno, come si crede, fattogli propinare dal Moro, a cui l'autorità pareva poco se non poteva ancora fare sfoggio del titolo.
      Non credendo il nuovo duca che i Francesi si sarebbero cosi facilmente
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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