Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      guarentigia di questo trattato e dei vantaggi che per mezzo di esso si promettevano alla famiglia dei Fregosi, il figlio dell'arcivescovo, Fregosino, avrebbe menata in moglie una figlia naturale dell' ultimo duca, Chiara Sforza vedova di Pietro del Verme. Poco dopo gli ambasciatori giungeva P istesso Fregosino a Milano dove con grandissimo sfarzo furono celebrate le nozze. Per tal modo, (osserva con giusta severità uno storico) la libertà della Repubblica era venduta con turpe patteggiamento, per procurare le nozze di due bastardi.
      La notizia di questo matrimonio destando in Genova sospetti di quello che veramente era, diè luogo a più grave odio contro il Cardinale. I suoi nemici poi profittarono di queste disposizioni per macchinarne la rovina. Primi di tutti a capo di questa nuova congiura, erano Ibleto e Gian Luigi Fieschi i quali da molti anni troviamo mescolati in ogni commovimento cittadino e che sembrano più vaghi di cercare nelle rivoluzioni F agitazione e Finebrianti emozioni della lotta, piuttostochè le soddisfazioni dell'ambizione ed i vantaggi materiali Dimenticandosi di essere stati poco tempo avanti i principali strumenti della potenza del Cardinale, Ibleto e Gian Luigi si diedero col più grande ardore ed intessere i fili di questa trama, nella quale entrarono con grande ardore, Battista Fregoso e Giovanni ed Agostino Adorno.
      11 primo dopoché dallo zio era stato cacciato con violenta frode dal dogato, viveva rilegalo a Frejus, nutrendo continuamente il pensiero di potersi o prima o poi vendicare; i due Adorni come capi della loro fazione, dimorando allora lontani da Genova in Silvano loro feudo, non potevano se non favorire con ogni sforzo un tentativo nel quale vedevano la probabilità di rialzare la loro parte. Pertanto Ibleto e Gian Luigi si divisero le attribuzioni: questi percorrendo l'Appennino faceva raccolta di montanari, gente povera e però sempre pronta alle offese e devota per antica consuetudine al nome dei Fieschi, Ibleto aggirandosi per gli stessi subborghi della città, andava raccogliendo partigiani, i quali continuamente si ingrossavano dal sopravvenire di soldati forestieri antichi commilitoni del Fieschi.
      Ibleto, per non dare nelF occhio, copriva tutti questi apparati guerreschi col fasto dei conviti ed il rumore delle feste, ma non riusciva però ad eludere la vigilanza e P accortezza di chi era miglior maestro di lui in inganni e sotterfugi. Infatti sul più bello di queste pratiche, un messaggio del cardinale si presentava ad Ibleto, chiedendogli per parte di chi lo inviava, ragione i. M
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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