Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      io forma quadrata, diviso in due schiere. Marciava nella prima il fiore delle milizie coperte dai targoni ed armate di corazze. Seguitavano nella seconda schiera le lance ed i balestrieri. Gli uomini d'arme a cavallo, che in quelle strette scoscese ed irregolari, erano più atti ad incuter timore * che a recar danno, coprivano i fianchi. Successe il primo scontro fra la schiera delle corazze ed una banda di milizie genovesi che il Sanseverino avea postate a poca distanza del muro, dietro una trinciera fatta provvisoriamente di terra e di rami di albero intrecciati insieme. Sostennero i Genovesi T urto dell' infanteria grave lombarda francamente e con maggioreintrepidezza di quello che si sarebbe potuto attendere dai soldati nuovi.
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      Finalmente sopraffatti dal numero dei nemici che ingrossavano ad ogni momento, si ritirarono sempre combattendo ed in buon ordine dietro alla muraglia. I Lombardi giunti davanti a questo ostacolo, assai più formidabile di quelli fino allora snperati, si soffermarono per un momento. La costa e le cime dei monti circostanti formicolavano di soldati genovesi, i più vicini dei quali mostrandosi pronti a ricevere col maggior sangue freddo i nemici che stavano loro di fronte, facevano venir meno in questi gran parte di queir ardore e di quelle speranze concepite nelle due prime fazioni. Nonostante, come soldati vecchi, non si lasciando scoraggire dalla difficoltà dell' impresa, andarono animosamente ad assalire la muraglia. Si combattè per lungo tempo con grande ardore da amendue le parti. Sforzavansi i ducali di superare la muraglia, i genovesi di rebuttarli indietro. Il danno maggiore era però manifestamente dalla parte dei primi, perchè combattendo alla scoperta erano esposti ai colpi micidiali delle balestre genovesi le quali seminavano la strage nelle loro file. Finalmente la prima schiera delle corazze stanca e malconcia fu costretta a dare addietro. Le succedevano con uguale ardore e con pari successo i lancieri ed i balestrieri; ribattati anche questi, ristettero per qualche spazio di tempo le genti lombarde onde riprendere lena ad un attacco generale. Questa ultima lotta riuscì più disperatamente micidiale di tutte le altre. Finalmente i soldati ed i capitani, disperando di superare una posizione difesa con tanto accanimento, desisterono, e cominciarono a ritirarsi in assai buono ordine lungo lo stretto sentiero pel quale sette ore prima si erano avanzati.
      Gran numero di soldati lombardi erano periti in questo feroce conflitto. La perdita dei genovesi a cagione dei ripari era quasi insignificante, volevano
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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