Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      434 st 0 R I Aesposto in brevi e concitate parole lo stato delle cose, dimandò loro se erano disposti a seguitarlo: essere venuto il giórno che dovea dar termine alla signoria forestiera. Assicurato delle buone disposizioni di coloro che gli erano fidi, scese in piazza, e fe' levare l'allarme. Tutta la città in un memento
      insorse a rumore : accorrevano da ogni banda i partigiani di Prospero a
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      schierarsi sotto le bandiere di lui. Il vescovo di Como spaventato dal tumulto, cercò lo scampo in fortezza. Gli amici degli sforzeschi si dispersero; la guarnigione si ritirò parte in Castelletto e nelle altre fortezze, parte occupò S. Siro e molte case appartenenti ai nobili, la maggior parte dei quali, aborrendo da questo moto, ed essendo affezionati ai Lombardi, si erano rinchiusi nei forti, per dividere ivi i pericoli e la fortuna della guarnigione.
      Prospero dal canto suo, fece eleggere fra gli artigiani un consiglio, che da sei fu poi aumentato fino a trenta cittadini, e rinnovò il magistrato dei dieci difensori della libertà, affinchè tutti concordemente contribuissero a mantenere l'ordine pubblico, ed a pigliare tutti i provvedimenti più necessari alla difesa della città. Nel medesimo tempo fece offrire il comando delle truppe a Roberto Sanseverino, il quale da chè era a fatica sfuggito dalle unghie della reggenza di Milano, viveva in Asti. Roberto afferrando con piacere Pocca-sione che gli si offriva di combattere il governo di Milano, accettò l'esibizione dell'Adorno, e venne in Genova, dove prima attese a dare al popolo un ordinamento militare, e poscia lo condusse ad assaltare i diversi posti che i nemici aveano occupato entro la città. La chiesa di S. Siro fu presa per assalto; le case degli Spinola, quantunque combattute alacremente, a cagione del fuoco incessante delle fortezze di Castelletto e di Luccoli, non poterono essere superate. Intanto P Adorno ogni dì cresceva di mezzi e di aiuti per sostenere la sua impresa. Luigi Fregoso, il quale era stato due volte doge di Genova, facendo tacere nell'istante del pericolo le rivalità di famiglia, veniva in aiuto di Prospero con altre sette navi, mandate dal re Ferdinando di Napoli. Portavano le navi napoletane cinquecento soldati. Agostino Fregoso ne conduceva altri trecento : gran numero di montanari andavano rac-cogliendo da ogni parte, nei loro feudi, Gian Luigi e Matteo Fieschi. Il popolo poi continuamente istruito nelle evoluzioni militari dal Sanseverino, andava ogni di crescendo in ardire ed in disciplina. Questo concorso di volontà era necessario per potere affrontare la tempesta che dalla banda di Milano veniva addossandosi sopra la Repubblica.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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