Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      STORIAquasi tutti i giorni per le contrado della Città, accompagnali soltanto da pochi soldati. Trascorso cosi qualche tempo e dato sesto all' ordinamento ' interiore della Città, si pensò a sottomettere totalmente anche i Fieschi, che circondati dai loro vassalli seguitavano tuttavia a tener drillo lo stendardo della rivolta/
      Andarono pertanto le genti lombarde a porre P assedio a Savignone, castello di molta importanza appartenente ai Fieschi. Ibleto non ancora perduto d' animo per i rovesci sofferti e risoluto di soccorrere in ogni modo la terra minacciata, radunò fra i suoi vassalli un corpo di cinque mila uomini, ed andò ad assalire arditamente i nemici da una banda, mentre dall' altra con finte trattative di resa, il Guarco gli teneva a bada. Ma i Lombardi accortisi dell' inganno, e postisi subito in istato di sostenere l'attacco dei nemici, diedero dentro con molto impelo nelle genti raccogliticcie del Fieschi, e dopo un breve combattimento, le ruppero totalmente. Dopo questa sconfitta, prima Savignone e poscia Monteggio si.arresero. Ibleto tirato dalla propria natura insofferente della innazione, ed adescato dalle promesse dei due Sforza e del Sanseverino, ai quali Io stato di Genova non pareva sicuro, finché questo uomo intraprendente e turbolento rimanesse in Liguria, si lasciò indurre ad accompagnare i Principi a Milano. Quivi non tardò a mescolarsi in un' altra impresa molto rischiosa.
      Fino dalla morte del Duca Galeazzo, i di lui fratelli, e specialmente Lodovico ed Ottaviano, sotto il pretesto della tutela del giovinetto Gian Galeazzo, avevano concepito la speranza di appropriarsi lo stato e però odiavano mortalmente la Duchessa Bona ed il Ministro onnipotente Cecco Simonetta. Questi progetti facilmente scoperti dal Simonetta, erano stati delusi da lui col tenere sparsi e lontani da Milano i Principi, jdando loro qualche incarico d' importanza, come era avvenuto ultimamente nella spedizione di Genova. Finalmente costoro di ritorno dalla Liguria, vedendosi a capo di truppe avezze ad ubbidire ai loro ordini, e trovando disposto a sostenergli, Roberto da Sanseverino, Donato del Conte, ed Ibleto Fiesco, si erano decisi a fare un colpo definitivo. Sembra che le intenzioni deicongiurati fossero di far morire la Duchessa ed i suoi due figli; di dare a Lodovico il Moro il titolo di Duca di Milano; a ciascuno dei suoi fratelli come pure al Sanseverino ed al Fieschi la signoria di una Città. Al primo di questi era stata assegnata Parma, al secondo Genova. Ma la trama fu sco-


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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