Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      410 STORIAle spese inoltre pel mantenimento di un sì lungo viaggio doveano essere gravissime.
      Tutte queste difficoltà non arrestavano però lo spirito intraprendente dei magistrati di S. Giorgio. Fu assoldata una schiera di cavalieri ruteni, sudditi di Casimirro re di Polonia ; ma tutta la banda periva nella Volinia, sterminata dagli indigeni che la incolpavano di avere abbruciato un villaggio. Le tenne dietro con miglior successo una compagnia di genti d'arme italiane, condotta da Cerio capitano di ventura. Cerio attraversò il Friuli, l'Ungheria, la Polonia, parte della piccola Tartina, e dopo un viaggio di più di milleduecento miglia, condusse in Gaffa i suoi cavalieri. Queste spedizioni erano più atte a far prova del valore di chi ci si sottometteva, e del buon volere di chi le mandava, che a raggiungere lo scopo di conservare Gaffa; infatti in un subito bisogno, per la lunghezza del viaggio, e le difficoltà da superarsi onde arrivare al punto minacciato, la cosa sarebbe riuscita impossibile. Questa circostanza non tardò a presentarsi. Erano stati spediti in Caffa ad occupare la dignità di consoli, Oberto Squarciafichi, ed Antonio Gabella. (k«toro non curandosi di imitare la condotta prudente e disinteressata tenuta dai loro predecessori, si mescolarono per avarizia nelle questioni insorte fra i capi tartari che reggevano la Crimea.
      Dopo la disfatta e la prigionia di Tamerlano, l'impero tartaro si era smembrato in diversi stati, fra i quali la Crimea era retta anche essa da un imperatore o Kan, ed amministrata nelle Provincie da governatori o satrapi. Alla morte di Mamac satrapo della provincia dove Caffa è situata1, gli era stato sostituito un altro magnate nominato Eminece. Mamac morendo avea lasciato un figlio (Scitace) che la vedova di lui, donna ricchissima, bramava ardentemente di far succedere al morto nella provincia di Caffa. Sapendo essa quanto il Kan fosse deferente ai consigli ed ai desideri dei magistrali Genovesi di ("affa, per mezzo di Costantino Pietrocosso genovese, avea invano cercato di rendere ligi alle sue voglie con promesse di danari prima Goffredo Lercari console, poscia Battista Giustiniani suo successore. La incorruttibilità esperimentata nei due magistrati summentovati, non ritenne la vedova di Mamac dal far tentare con la solita intromissione di Pietrocosso i due nuovi cònsoli Antonio Cabella, ed Oberto Squarciafico. Questa volta le proposizioni del Pietrocosso trovarono uomini meno scropolosi. 1 due magistrati essendosi preso Y assunto di favorire Scilace, per lettere e per am-
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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