Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      39V ST o H I AIo Prospero Adorno, appena liberalo dal limore delle armi francesi, rinacque la gelosia conlro la famiglia rivale dei Fregosi. Pensava che se Paolo nei momenti stessi del pericolo non avea risparmiato brighe e maneggi, per cacciarlo dal soglio ducale cosa avrebbe fatto ora gonfio dalla vittoria ottenuta principalmente per opera di lui e spalleggiato da milizie che lo seguitavano ed obbedivano come prode capitano? Agitato da questa cura, ottenne un decreto col quale era proibito ai Fregosi il riporre piedi in città; onde quando il vittorioso Arcivescovo rivolse i passi verso la patria che avea liberata, se ne vide chiuse in faccia le porte. Non si perse ad onta di ciò Paolo di coraggio, ma irritato contro Prospero, e conoscendo che ornai il conservare più a lungo la maschera era inutile, imbarcatosi segretamente assieme con Pandolfo Fregoso suo fratello sopra delle barchette di pescatori, girò il capo di Faro, ed entrò in città avanti che F Adorno informato della còsa potesse prendervi alcun riparo. Quivi fu raggiunto da molti dei suoi partigiani e da gran parte dei marinari i quali come uomini rozzi e però amatori delle indoli energiche ed intraprendenti, parteggiavano per Paolo. Mandava poscia ambasciatori all' Adorno chiedendogli ragione di cotanta inimicizia contro colui che gli era slato cosi fedele compagno nel cacciare i nemici dalla patria. L'Adorno non rispose; ma attendeva a far preparativi onde cacciare di viva forza i suoi rivali mentre cercava in ogni modo di tirare alla sua parte i soldati Sforzeschi. Ma i capitani del duca i quali d'altra parte erano ugualmente sollecitati dal Fregoso, non vollero acconsentire a mescolarsi in queste intestine discordie, e ricusarono dicendo: averli il loro signore mandati, non per servire agli
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      interessi di partito ma a fine di liberare Genova dal giogo francese.
      Poiché parve ai due capi di fazione di aver radunato sufficiente numero di partigiani da poter attaccare con successo il loro avversario, si venne alle mani. Ma la parte Fregosa essendo poco avanti stata rafforzata dalle ciurme di due navi, con le quali Bartolommeo Doria si era introdotto nel porto, dopo una zuffa ostinata, rimase vincitrice, e cacciò Prospero con i principali fra i suoi seguaci. Rimasti così i Fregosi del tutto padroni di Genova, volentieri Paolo si sarebbe impadronito del dogato, ma temendo di urtare di troppo la suscettibilità de' suoi nemici, che erano molti, se ne astenne per allora e fe' nominare Doge Spineta Fregoso suo cugino.
      In questo mezzo il re Renato, il quale si era trattenuto sempre con la
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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