Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      ladini affezionati quasi tutti al suo reggimento, aveano ottenuto il permesso di prendere le armi in difesa della Città, e vi si adoperavano con zelo. Si aspettavano di Provenza trecento cavalli mandali in aiuto dal Re Renato, e trecento pedoni che dovea condurre il Governatore francese di Asti, ove Carlo VII teneva guarnigione. Non avendo cavalli per battere la campagna e sapendo quanto facilmente seguivano le mutazioni in Genova, quantunque per allora la Città, sembrasse universalmente ben disposta verso di lui, nonsi attentava Giovanni ad uscire fuori delle porte, ma tenendo i soldati dentro
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      le mura e vigilando del continuo, respingeva colle balestre e le artiglierie, gli assalti quasi giornalieri del Fregoso, mentre la sua sorveglianza lo metteva al coperto da una sorpresa notturna.
      Intanto crescendo ogni di più i rumori dell' avvicinarsi delle genti che venivano di Provenza e di Piemonte in soccorso del Duca di Calabria, i Fuorusciti moltiplicavano gli assalti con maggior ardore, onde la riuscita dell' impresa già difficile allora, non diventasse più tardi impossibile. Accadde però un caso che rovinò completamente la fortuna degli assalitori; perchè in uno degli attacchi menzionati Gian Filippo Fieschi trasportato da soverchio ardore essendosi avanzato troppo sotto le mura, fu percosso mortalmente da un colpo di colubrina e portato a braccia dentro gli alloggiamenti in breve ora spirò. Qnesta perdita oltre air essere dannosissima pel valore e l'influenza dell' ucciso, suscitò nel campo la discordia fra Orlando ed Uberto fratelli di Filippo i quali non trovandosi d' accordo rispetto alla divisione della eredità, abbandonarono ciascuno colla loro banda 1' assedio ed andarono nella riviera Orientale ad occupare e disputarsi i beni ed i castelli del defunto.
      Piero Fregoso vedendosi assottiglialo di genti ed ogni di più minacciato dall' arrivo de' soccorsi che attendevano quei di dentro, abbandonò quasi subito anch' esso l'assedio e si diresse alla volta della riviera di Levante, onde fermarsi ivi ed aspettare nuovi rinforzi da Napoli e da Lombardia. Riuscito con lusinghe e promesse a tirare dalla sua gli abitanti di Chiavari, occupò la terra, e poco dopo occupò nel medesimo modo le fortezze di Sestri e di Portofino. Non ostante non si potè mantenere lungamente nella Riviera; perchè il Duca di Calabria essendo risoluto di liberare al tutto il territorio dai fuorusciti per torsi via ogni impaccio ai futuri progetti, spedi alla recuperazione dei castelli, dieci galere e due navi comandate da Gio-
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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