Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      accordò questo presidio al capo d'uno Stato, contro del quale era in perpetua guerra, dimostra che il re avea l'occhio da lungo tempo, non selo alla Corsica ma a Genova stessa che procurava in ogni modo di rovinare nel commercio, per farla più facilmente sua preda. Ad onta di ciò Barnaba Adorno, non rimase al governo oltre un mese.
      Giano Fregoso, consapevole dell'odio nutrito contro l'Adorno per l'essersi circondato di soldati aragonesi, di più spinto dall' antica rivalità fra le due famiglie, entrò una notte con una sola galera nel porto, e con ottanta compagni risoluti, attaccata arditamente la guardia dell' Adorno, dopo un ostinato conflitto in cui molti de' suoi furon morti e quasi tutti gli altri feriti, occupò il palagio e fu proclamato Doge. Uno de'suoi primi atti fu di richiamare in patria ed elevare al grado di capitano generale della repubblica Pierino Fregoso, che fino allora avea seguitato a fare correrie, rubando e svaligiando quanti gli capitavano sotto. Poi si rivolse contro Galeotto Marchese di Finale, che profittando della debolezza in cui da qualche tempo era caduta la Repubblica, non cessava dall' invaderne il territorio e taglieggiarne i sudditi.
      Fu imposto a quest' oggetto un contingente di soldati in tutte le terre della Liguria, confiscati i luoghi che il Del Carretto avea sulla banca di S. Giorgio. Ma in mezzo a questi preparativi, essendo venuta meno la vita a Giano Fregoso (1448) gli fu sostituito nel Dogato Lodovico Fregoso, il quale tirata a fine l'impresa del Finale, che si arrendè per assedio (1449) lo aggregò agli altri possessi genovesi, dandolo in feudo a Marco Del Carretto , rimasto sempre fedele amico della Repubblica.
      11 Principato di Lodovico fu breve anch'esso. Essendosi reso odioso ai magistrali perchè con una Rolla fatta venire da Roma, gli era stato conferito il Regno di Corsica, fu deposto.
      Allora furono mandati ambasciadori a Sarzana ad offrire il Principato a Tommaso Fregoso. Ma questi ornai decrepito, e freddo alle lusinghe che aveano un tempo tanto agitala la sua anima ambiziosa, ricusò, (1450) consigliando invece la elezione di Pierino. Questi iniziò il suo governo con un esempio di severità crudele. Sospettando che un cittadino, Galeotto De Mari, tenesse segrete pratiche al di fuori contro di Ini co' fuorusciti e coi prinoipi italiani, lo fe' impiccare (1451) sulla piazza di S. Francesco, in toga ed in pianelle, con un molto ai piedi, che diceva; Hic homo loquutus est ea quae non licei.


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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