Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

Pagina (346/637)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      328 STORIAConfermavano in questo proposito le notizie portate da Benedetto Palla-
      »
      vicino, il quale avendo attraversato con astuzie il campo nemico, annunziava che a Genova stavansi preparando soccorsi. D' altra parte il re ringagliardito di forze per l'arrivo della flotta di Don Pietro, risolve" di tentare un assalto generale. Diviso 1' esercito in tre schiere, una ne confidò a Don Enrico, Y altra a Don Giovanni re di Navarra suoi fratelli ; della terza schiera in cui maggiormente confidava, perchè coadiuvata da una torre mobile più alta de* baluardi, si fece capo egli stesso. Il terzo fratello Don Pietro, avea ordine di accostare le navi alle mura del porto e di combattere la città da quella parte.
      Venuto il giorno determinato air assalto le tre schiere di terra si avanzarono sotto le mura, e cominciarono la battaglia colle artiglierie; ma vedendo che queste facevano poco frutto, comandò il re che si appoggiassero le scale e si tentasse di superare i baluardi. Egli stesso procedendo colla sua schiera si sforzava di fare avvicinare la torre di legno tanto da gettare il ponte e passare sugli spalti. Questi apparati formidabili non aveano spaventati gli assediati : inanimiti dagli aitivi provvedimenti dello Spinola, puntarono le poche artigliere nei luoghi men forti o più minacciati, del resto con pietre con dardi e soprattutto colle balestre genovesi, facevano testa francamente all' impeto de' nemici, e seminavano la morte nelle schiere fitte degli assalitori. Le donne stesse, quelle rimaste alla cura de' feriti, si moltiplicavano in certo modo per portare armi ai combattenti.
      Cominciava la mala fortuna degli aragonesi colla rovina della loro torre. Fracassata da tre colpi d'artiglieria crollò con orribile scroscio, seppellendo sotto le sue rovine i soldati che vi erano sopra, e sotto, quelli che la fiancheggiavano. Di coloro che montarono sulle scale, i primi furono precipitati, e gli altri ammaccati o uccisi dalla continua rovina di pietre ed altri missili che piovevano dalle mura. Nonostante la costanza de' nemici nel risalire, pareggiava quella de' genovesi e de' gaetani nel ributtarli.
      Dalla parte di mare la pugna non era meno feroce, e lo spettacolo anche più miserando. Ad onta di tutti gli sforzi fatti da quelli che stavano sulle mura, Don Pietro è riuscito a farvi accostare le navi del porto ed a git-tare i ponti che erano stati fabbricati più lunghi appositamente. Ma la lunghezza stessa de'ponti pregiudicava gli assalitori, i quali si trovavano per un più ampio tratto esposti e bersagliati dai colpi degli avversarli; inoltre
     


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

Pagina (346/637)






Benedetto Palla- Genova Don Pietro Don Enrico Don Giovanni Navarra Don Pietro Spinola Don Pietro