Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      cali. Contribuì grandemente a questa vittoria un altro accorgimento usato dal Grimaldi; il quale conoscendo che nelle condizioni in cui la battaglia stava per darsi, il numero dei combattenti sarebbe prevalso a quello delle navi, aveva nella notte precedente fatte imbarcare buon numero delle genti di terra, e usatele nella circostanza che abbiamo narrata, avanti che il Carmagnola avvertito dell' assottigliamento delle genti di terra potesse attac-carie. Questa battaglia quantunque cagionasse ai veneziani la perdita di tante navi, e di tanti marinari e soldati rimasti prigionieri, non fu al solito usata con vantaggio dal loro avversario. Più che a tutti riusci funesta al Carmagnola, il quale già preso in sospetto anteriormente dopo la giornata di Maclò dal diffidente senato, fu chiamato a Venezia sotto pretesto di consultarlo intorno le faccende della guerra, cacciato in prigione, e senza altra forma di processo strangolato.
      Riuscito male il progetto di nuocere a Filippo in Lombardia, e cono-scendo quanto il possesso di Genova avea influito ai loro danni recenti, deliberarono i veneziani d' accordo con i fiorentini di portar la guerra nel mar ligustico. Armate diciotto galere sotto gli ordini di Pietro Loredano, famoso per molte vittorie, le spedirono a Pisa, dove si congiunsero ad esse cinque galere fiorentine con Giacomo Adorno ed Antonio Fieschi fuorusciti. Si rivolsero verso Genova, nutrendo speranza di rivolta dietro le solite insinuazioni degli esuli ; ma giunti innanzi al porto, quantunque la capitana veneziana portasse in cima all' albero maestro una bandiera bianca su cui stava scritto a caratteri d'oro libertas Januae, non seguì dentro alcun moto, anzi sentendo il Loredano che si stavano apparecchiando cele-remente venticinque galere per contrastargli, si ritirò alla Spezia. Era stato dato il comando della flotta genovese a Francesco Spinola; il quale per la smania di raggiungere e combattere i nemici, usciva dal porlo con sole diciassette galere, confidando che il valore dei più, stimolato dai recenti successi ottenuti sul Po, ed una grandissima galera ben fornita di artiglieria gli avrebbero assicurata una facile vittoria. Si scontrarono le due armate non lungi dal Golfo, e combatterono per lungo tempo senza alcun risultato decisivo, contrastando la grande nave genovese al numero maggiore dei nemici; ma cessato il vento, nò potendo il vascello genovese seguitare le navi più leggere veneziane le quali a grado a grado si distaccavano dalla battaglia dirigendosi verso Genova, l'arrisicato Spinola lasciavasi indietro la
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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