Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      312 STORIA.
      coloriti, cioè scelti da tutte le opinioni e da tutte le classi, si presentarono a Milano al duca, dal quale riceverono, in forma di grazie e di privilegi], le condizioni del trattato precedente (1422).
      Dopo avere in questa guisa sottomessa ed umiliata la Repubblica al Visconti, partiva il Carmagnola per la Lombardia, lasciando in suo luogo, al governo della città, Urbano di S. Alosio, al quale successero nell' istesso anno quattro consiglieri ducali, con ventiduemila lire annue di provvisione. Ritornava appresso di Lombardia il Carmagnola, con ambiziosi progetti suoi e del suo signore. Esigeva primieramente che gli fossero pagate trentamila lire annue di provvisione, rispondendo, a chi gli rappresentava le strettezze presenti, non volere che il luogotenente del duca di Milano fosse da meno di quello del re di Francia, poiché al Boucicault fosse già stato assegnato lo stesso stipendio. Sollecitava quindi armamenti navali, i quali, occupando la nazione, e sollecitandone le tendenze e F amor proprio, distraevano il pensiero della servitù, e, d'altra parte, crescevano la potenza del Visconti, senza essergli a carico, poiché la Repubblica pagava.
      Erano gli inimici contro cui intendeva rivolgersi, gli Aragonesi. Odiati dai Genovesi per F antica questione della Sardegna, e per i nuovi tentativi sulla Corsica, dava ombra al Visconti la cresciuta potenza di Alfonso loro re, il quale, adottato per figlio dalla lussuriosa sorella del re Ladislao Giovanna 11, teneva in pugno il reame di Napoli. Ma F intemperanza d'Alfonso da una parte, e dall'altra la mutabilità donnesca,cangiavano la faccia delle cose; perchè la regina, di madre, divenuta matrigna, suscitava contro l'Aragonese quel medesimo Luigi III d'Angiò a reprimere il quale essa aveva poco prima chiamato il re. La spedizione progettata aveva dunque per iscopo di aiutare la regina a cacciare gli Aragonesi di Napoli, non senza la segreta speranza, dalla parte del Visconti, d'essere anch' esso dichiarato, in premio, figliuolo adottivo. Non fu diffìcile al Carmagnola di fare entrare il consiglio della Repubblica nelle sue vedute, e di fare assegnare all' impresa duecento-mila lire, nò l'opposizione dei savii, i quali vedevano che, toccando i carichi ai Genovesi, le utilità erano del Visconti, fece alcun frutto, perchè scarsa e timida.
      Consisteva l'armamento in diciassette galere, tredici navi, due galeotte ed un brigantino. Sopra nove delle più grosse navi erano stati posti cinque-cento uomini di sopraccarico per ciascuna, e duecento nelle altre quattro
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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