Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      308 STORIAe faceva invadere il territorio genovese dalle sue genti condotte dal Torelli, e dal celebre condottiero Carmagnola. Si aggiungevano a queste bande i fuorusciti, Fieschi, Spinola, Montatói ed Adorni con i loro fautori. Dalla parie di mare una squadra di dieci galere, otto delle quali mandate dal re Alfonso ai soldi del duca, e due armale dallo slesso in Finale, minacciavano continuamente Genova, e le due riviere, Sopraffatto da tanti nemici e destituito di forze e di danari, disperava ornai il Fregoso di poter far testa ad una ambizione potentissima e sfrenata, ad odii, ai quali niuna via sembrava vergognosa per abbatterlo.
      Nonostante, per rimediare al pericolo più urgente, fece armare otto galere, delle quali avendo preso il comando Battista Fregoso, andò il capitano genovese a cercare i nemici al Finale, e perseguitatili fino a Porlo Pisano, si ingaggiava ivi la battaglia fra le due flotte. La fortuna avea abbandonato manifestamente il doge. La squadra di Battista fu rotta, egli stesso, con cinque navi, cadde in mano dei vincitori, tre galere si salvarono, navigando velocemente. Usarono i capitani del duca l'occasione, e, venuti sotto le mura della città, uno dalla banda di Polcevera, l'altro da quella di Bisagno, occuparono il monte di Granarolo, da dove tempestavano con le bombarde la città fino alla darsena. Allora a Tommaso essendo gli amici di dentro intiepiditi, i difensori pochi, nè aumentabili per mancanza di danaro, fu necessità calarsi agli accordi col Carmagnola, comandante supremo delle genti del duca.
      Fu stabilito che Filippo Visconti accetterebbe la signoria della Repubblica alle stesse condizioni con cui P avea ricevuta Carlo VI, re di Francia. Starebbe fermo F accordo, concluso poc' anzi con Enrico V d'Inghilterra, in cui, oltre ad assicurarsi il commercio reciproco, era stretta pace ed alleanza fra le due nazioni, a patto che P Inghilterra non dasse aiuti, ora, nò in seguito ai nemici della Repubblica, nè questa fornisse navi, o genti ai nemici della prima, specialmente ai re di Francia. Tommaso Fregoso, oltre la signoria diretta di Sarzana, delle castella e del territorio che ne dipendono, avesse dal duca trentamila fiorini d'oro (quantunque poi toccasse a pagarli ai Genovesi), e suo fratello, Spineta Fregoso, quindicimila, a patto che rendesse Savona. Dopo la conclusione di questo trattato, entrò il Carmagnola, con genti ducali in città da un lato, mentre dalF altro ne usciva l'ex-doge, imbaccandosi per Savona, troppo piccolo possesso ad una così vasta ambi-
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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