Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      298 STORIAquali questi dovrebbe governar la Repubblica. Approvandoli la maggiorità, ì riformatori dopo alquanti giorni presentavano i nuovi capitoli, il sunto dei quali era. Il doge avrà almeno l'età di cinquanta anni, sarà genovese, popolare, e ghibellino; durerà 1' autorità di lui a vita, con una provvisione di ottomila genovine all' anno. Sarà assistito nella esecuzione del suo ufficio da due vice-duci e due vicarii, e da un consiglio privato di dodici anziani. Consulterà il consiglio dei quaranta nelle emergenze rilevanti interiori, il consiglio maggiore, composto di trecenloventi cittadini, nelle rilevanti esteriori, come nelle deliberazioni di pace, o di guerra. II podestà avrà seco tre vicarii, due per assisterlo nelle cause civili, il terzo nelle criminali. I provvisori frequenteranno ogni adunanza di popolo, per invigilarne 1' opinioni e i bisogni, e avranno cura dell'annuo bilancio delle entrate, e dell' uscite della Repubblica. L'uffìzio della moneta soprintenderà alla Zecca ad incassare le rendite, a pagare le spese, quello di Romania, assorbendo in sè quello di Cazaria, cioè delle colonie di Caffa e del Mar Nero, attenderà all' amministrazione dei possessi in Oriente. Il magistrato della guerra e della pace porrà ad esecuzione le misure prese dal doge e dai consigli su questo rapporto. All' ufficio di mercanzia spetta il giudicare le liti insorte, per ragioni di commercio, o di mercanzia. Morendo il doge, i dodici anziani eleggeranno quaranta cittadini popolari, quattro per ognuna delle dieci compagnie o quartieri, in cui la città era divisa, i quaranta ne eleggeranno a lor posta ventuno, e questi dieci, i quali, con una maggioranza di sette voti, nomineranno definitivamente il nuovo doge. Variar di tempi e di bisogni, necessitando innovazioni, previa l'approvazione del consiglio dei quaranta, il doge, gli anziani e l'ufficio della moneta, ne daranno il carico ad otto riformatori. Saranno rinnuovati gli esercizii e i premi delle balestre, e gli ordinamenti delle milizie cittadine distinte, per contrade gonfaloni, sotto coonestagli o comandanti.
      Colali furono i nuovi statuti, coi quali 1' Adorno, senza rigettare compiutamente gli antichi, e, prendendo per base quelli fatti sotto il Boccanegra, alla instituzione del dogato, inaugurava la' sua autorità. Sperava che questa, essendo limitata, ed egli, per indole temperata, disposto ad usarne moderatamente, di più durando ancor fresca la memoria odiosa del dominio esterno, la quiete della Repubblica non sarebbe stata così facilmente interrotta. Ma le ambizioni, che aveano accettato il Monferrato, per rovesciare il Bucicaldo, ed ora r Adorno per cacciare il marchese, duravano sempre vivacissime. Impe-
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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